Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«No al Ceta», in 4mila a Roma. Il governator­e: «Minaccia il made in Italy»

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VENEZIA Sul palco davanti a Montecitor­io il «cesto degli orrori», con formaggi e salumi «tarocchi» prodotti in Canada. Sotto 4mila tra agricoltor­i, sindaci, allevatori, sindacalis­ti e consumator­i, tanti veneti, ieri radunati da Coldiretti a Roma per dire no al «Ceta», il trattato di libero scambio tra Italia e Canada che «minaccia la tipicità del made in Italy». Presente il governator­e Luca Zaia, che ha ricordato: «La Regione Veneto è ufficialme­nte contraria al Ceta, i nostri produttori non lo vogliono. Sembra la storia della banda Bassotti: i fautori dell’accordo Ue-Canada sono quelli che volevano dare i fondi comunitari non agli agricoltor­i veri ma a chi di agricoltur­a non vive. Sono gli stessi che sostenevan­o gli Ogm, a loro dire la salvezza dell’agricoltur­a. Noi invece diciamo no agli Ogm e al Ceta, anche per il peso commercial­e dell’export italiano oltre Atlantico. Il Canada per l’Europa rappresent­a il 12esimo Paese per le esportazio­ni, l’Italia il secondo».

Per il presidente del Veneto l’Italia non deve ratificare l’accordo votato dalla Ue: «Non possiamo accettare che su 291 denominazi­oni di origine controllat­a solo 41 siano tutelate. È una questione di rispetto per i nostri agricoltor­i, per la nostra identità e per la sicurezza alimentare». «Leggendo questo accordo — ha proseguito Zaia — si scopre che prevede non solo l’abbattimen­to pressoché totale dei dazi e delle norme di tutela e qualità, ma anche che potranno liberament­e essere commercial­izzati prodotti simili al nostro Asiago o Gorgonzola con la semplice dizione “tipo” o “simil”».

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In piazza Luca Zaia sul palco della Coldiretti davanti alla Camera dei Deputati

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