Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Electrolux, produzione in arretrato dopo gli scioperi sul caso Breda Scattano i sabati di straordinario
TREVISO Gli scioperi dei lavoratori di Electrolux Susegana per protestare contro il licenziamento del rappresentante sindacale interno Cgil, Augustin Breda, lo scorso mese, costano un ritardo di 14 mila unità sulla tabella di marcia verso gli 830 mila frigoriferi ordinati per la fine dell’anno. E l’azienda cerca di correre ai ripari con sabati di straordinario e chiamando in Veneto otto operai da Solaro (Milano). È il succo della comunicazione che la direzione dello stabilimento trevigiano ha trasmesso ieri nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali interne ed i segretari di categoria, in assenza degli esponenti Fiom Cgil i quali, per impedimenti dei vertici, avevano chiesto un rinvio.
Electrolux, in sintesi, come annunciato nei mesi scorsi, ha ribadito la richiesta di osservare orari straordinari in sette sabati estivi su base volontaria, oltre a un’ora di flessibilità nei turni del mattino nelle settimane di maggior concentrazione delle ferie estive. In più, sono già arrivati sei lavoratori dello stabilimento lombardo, come avvenuto alcuni mesi fa, a cui dovrebbero aggiungersene altri due da lunedì prossimo per rimanere in servizio fino alla fine di luglio. Oggi due linee lavoreranno in via straordinaria per sei ore su base volontaria. Sul fatto che questo possa o meno bastare a rimettere la fabbrica nella condizione di soddisfare le commesse da qui ai prossimi mesi, tuttavia, c’è più di qualche dubbio perché l’agitazione sorta dopo il licenziamento dello storico rappresentante sindacale interno (accusato dall’azienda, come si ricorderà, di aver abusato dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104 per assistere un familiare non autosufficiente) non è certo conclusa. E non ci sono dubbi che la mancata produzione, alla data di oggi, di 14 mila pezzi sia riconducibile – 12 mila secondo Electrolux - alle ore non lavorate da chi ha aderito agli scioperi.
In tutto, facendo le medie, a Susegana sono venuti a mancare tre giorni e mezzo di produzione; il che, dato che quotidianamente i frigoriferi realizzati sono intorno ai 4 mila, conduce grosso modo a far quadrare il calcolo, al netto dei disallineamenti fisiologici che nascono nel funzionamento a singhiozzo delle linee. Di lavorare il sabato, inutile sottolinearlo, gli operai che si riconoscono nella Fiom non vogliono saperne. Per loro, poi, la mancata produzione deve essere addebitata soprattutto alla incapacità «di un gruppo dirigente incapace quanto strapagato». Questo anche per replicare ai colleghi di altre sigle che, temendo conseguenze per la caduta di rendimento della fabbrica di Susegana, pare comincino ad auspicare la trasformazione dei sabati straordinari da volontari a comandati.
Speranza in ogni caso difficile da coltivare. Con una vertenza in atto è illegittimo, in quanto antisindacale, ogni strumento che abbia come fine il contenimento degli effetti degli scioperi. Dunque? Se la Fiom continuerà a chiedere l’annullamento del licenziamento di Breda per interrompere le agitazioni la vicenda diventa una sorta di vicolo cieco. Se le astensioni dal lavoro proseguiranno e l’adesione al lavoro del sabato sarà, come prevedibile, non abbondante, il traguardo degli 830 mila pezzi da fabbricare entro fine anno si allontana e la multinazionale svedese potrebbe aprire ripensamenti sulla sede italiana. Se ne riparlerà il 12 luglio, in un incontro Rsu-azienda