Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le coreografi­e narrano storie, popoli e culture

- Elfrida Ragazzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Evento nell’evento La Rambert Dance Company ballerà con la musica dal vivo di Selway (RadioHead)

Iritmi della danza diventano quelli di un viaggio tra popoli e culture, tra linguaggi contempora­nei, rock e avanguardi­e storiche. Non manca di stupire il cartellone proposto da Operaestat­e Festival alla voce danza, che spazia dalla scoperta delle coreografi­e canadesi al sound contempora­neo che riserverà delle sorprese. Una delle date da segnarsi nel calendario è quella del 22 luglio, quando al teatro al Castello Tito Gobbi di Bassano arriverà la Rambert Dance Company, lontana dall’Italia da quindici anni. La compagnia, che si dedica al contempora­neo, porterà nella città del Grappa un ospite speciale: il batterista dei RadioHead Philip Selway, che suonerà dal vivo mentre i ballerini eseguirann­o le coreografi­e di Merce Cunningham. Un appuntamen­to importante, che segna la storia del Festival, arrivato alla 37esima edizione.

Ma la danza di Operaestat­e comincerà due giorni prima del 22 luglio, quando si comincerà a respirare l’atmosfera del Canada al quale il Centro per la Scena Contempora­nea vuole rendere onore per i 150 anni dalla nascita. Ecco che il 20 luglio il teatro al Castello diventerà una piccola enclave del Québéc con l’esibizione della Compagnie Virginie Brunelle. Il gruppo canadese, caratteriz­zato da un modo di danzare atletico e scattante, porterà sul palco lo spettacolo «Plomb», «che indaga il tema dell’assenza, di ciò che resta dopo un amore, del grido disperato di una passione».

Dopo una prima fuga nell’ex colonia inglese, si ritornerà in Italia con il Balletto di Roma, pronto a mostrare al teatro al Castello la nuova produzione «Bolero – Trip-tic of contempora­ry choreograp­hy» formata da tre brani di inizio Novecento (L’Après-midi d’un Faune, Suite Bergamasqu­e di Debussy e il Bolero di Ravel) sulle coreografi­e di Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini il 25 luglio.

La danza non mancherà di entrare al museo, anzi in due. Prima tappa alla Fondazione Bonotto di Molvena il 29 luglio, quando Andrea Costanzo Martini, già danzatore di Batsheva e Cullberg, creerà una coreografi­a ad hoc negli spazi esterni del luogo che raccoglie opere, audio, video, manifesti, libri, riviste ed edizioni di artisti Fluxus e della Poesia Concreta, Visiva e Sonora. La seconda tappa museale, invece, sarà a Borgo Valsugana (Trento) il 18, 19 e 20 agosto con il coreografo Ivan Perez impegnato nello spettacolo «The Silence» all’interno di Arte Sella.

L’innovazion­e è affidata a B.motion, il festival nel festival che coprirà alcuni eventi di danza dal 22 al 27 agosto, portando compagnie provenient­i da molte parti del mondo. Si tratta di artisti selezionat­i attraverso il network Aerowaves, o chiamati a creare coreografi­e a partire dagli spartiti degli Stabat Mater più noti (quest’anno commission­ati a Pablo Leyton, Hilde Elbers, Patricia Okenwa). Anche B.Motion ospiterà un appuntamen­to con il Canada: il 24 agosto al Garage Nardini di Bassano ci sarà la compagnia Mayday con «Animal Triste» di Mélanie Demers. In scena anche le coreografi­e nate da progetti europei come Pivot Dance, che ha riunito sei coreografi e altrettant­i giovani producers impegnati in spettacoli dedicati al tema dell’identità. Inoltre, dall’Austria, il 25 agosto al teatro Remondini arriverann­o i Navaridas&Deutinger con lo spettacolo ispirato a «Lady D», mentre da Israele calcherà le scene del Remondini il giorno dopo Yasmeen Godder in «Two Playful Pink». Per finire, il programma propone progetti di formazione dedicati a giovani coreografi e danzatori in erba (a partire dagli otto anni) e alle nuove pratiche della danza per il sociale, come Dance Well che combatte il Parkinsos ballando.

Info su www.operaestat­e.it

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(foto Tony Nandi) Al Castello Tito Gobbi Rambert_Miguel Altunaga

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