Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tagliati gli ulivi della tenuta Zonin
«Ladri di legname, escludiamo una ritorsione per la banca»
BRINDISI «Strage» di alberi di ulivo nell’azienda vitivinicola e olearia pugliese di proprietà della famiglia Zonin. Qualcuno, probabilmente più persone, hanno scelto una zona defilata della tenuta di Torre di Santa Susanna, nel Brindisino, un lotto di terreno non illuminato, e lì, nel corso di una notte, forse più notti, hanno raso al suolo un’ottantina di alberi di una trentina di anni.
Scattata la denuncia contro ignoti da parte del direttore dell’azienda «Altemura», i carabinieri hanno avviato indagini. Arrivare ai responsabili appare arduo. Ma il movente, per quanto non vi siano rivendicazioni ad oggi, sembra chiaro per Francesco Zonin, vicepresidente della casa vinicola «Zonin 1821»: «Hanno tagliato gli alberi per farne legna, purtroppo capita in agricoltura, così come rubano le barbatelle dai vigneti: si deve mettere in conto, un po’ come la grandine». E pensare che c’era chi aveva azzardato un collegamento con il crac Banca Popolare di Vicenza, di cui Gianni Zonin è stato presidente. «La banca non c’entra nulla, lo escludo – chiosa Zonin junior – , è capitato a noi ma capita anche ai vicini, certo non ci voleva visto la peggior brinata degli ultimi secoli che si è registrata».
Il danneggiamento, nel sito denominato «Monteverde» che si trova lungo la provinciale per Cellino San Marco, è stato messo a segno tra il 12 e il 18 giugno scorso. Così infatti risulta dalla denuncia formalizzata ai carabinieri di Torre di Santa Susanna. Un’area, quella depredata, che si trova lontano dalle strutture ricettive dell’azienda inaugurata nel 2012 dal Ministro per le politiche agricole comunitarie Mario Catania. Solo una parte dei 300 ettari di proprietà, coltivati a vigneti, uliveti e mais. E non è un caso che sia stata presa di mira la zona di aperta campagna più «defilata», quella in contrada Palombara.
Chi ha agito approfittando del buio era ben organizzato, con tutti gli strumenti idonei a tagliare i grandi tronchi e farlo nel minor tempo possibile. Motosega alla mano e probabilmente camion carico pronto a ripartire i ladri di legna avrebbero fatto piazza pulita in una, forse due notti stando alle prime informazioni. Sta di fatto che i responsabili dell’azienda non se ne sono accorti subito, anche perché in quell’area i lavoratori non passano tutti i giorni. Una scena desolante quella alla quale si sono trovati davanti, che ha portato poi alla denuncia, contro ignoti. Così come di recente un politico locale ha denunciato l’incendio di venti alberi d’ulivo di contrada «Grandizia».
Di certo non ci sono stime precise sul danno arrecato alla masseria Zonin. «Il danno è relativo, si tratterà di qualche centinaio di bottiglie di olio» fa sapere Francesco Zonin che parla soprattutto di un «danno dal punto di vista naturale» per la tenuta in cui si è lavorato fin dal primo giorno, dal lontano 2000, per far rinascere una vasta area di campagna in pieno abbandono, per preservare la biodiversità. Il furto è stato una vera e propria razzia, compiuta in natura e ai danni della natura. Ai danni di quel terreno di argilla rossa in cui sono rimaste affondate sono le radici degli ottanta alberi. Ma si guarda già avanti, non si può fare altrimenti: «Ripianteremo presto gli ulivi e illumineremo l’area – dichiara ancora il vicepresidente di “Zonin 1821” - e ci daremo da fare, ci rimboccheremo le maniche da buoni veneti».