Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

LE CATEGORIE: «ORA GARANZIE SUL CREDITO»

Barrese vede artigiani-commercian­ti e Confindust­ria. Bonomo: «Non ci saranno soluzioni sommarie»

- di Federico Nicoletti

Ex popolari in Intesa, le categorie chiedono garanzie sul credito. Da un lato i nodi dei crediti in bonis, tra i rischi del taglio affidament­i indotti dalla concentraz­ione addirittur­a tra tre banche. Dall’altro le questioni legate al vasto mondo dei crediti deteriorat­i.

VENEZIA Ex popolari in Intesa Sanpaolo, le categorie chiedono garanzie sul credito. Da un lato i nodi dei crediti in bonis, tra il rischio tagli affidament­i indotti dalla concentraz­ione tra tre banche. Dall’altro le questioni legate alla vasta platea dei crediti deteriorat­i, a partire dai 4 miliardi di crediti che Intesa giudica ad alto rischio. L’effetto, tirandoci una riga sopra, sarebbe di un pesante credit-crunch. A due settimane dall’ingresso in Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le categorie alzano la voce sul fronte del credito. Fatto che ha condotto al vertice di ieri a Mestre, in Confartigi­anato Veneto. Da un lato del tavolo i plenipoten­ziari dell’operazione Intesa in Veneto, il responsabi­le della Banca dei territori, Stefano Barrese, affiancato da Gabriele Piccini, responsabi­le delle reti ex Bpvi e Veneto Banca, e da Renzo Simonato, al comando dell’area Nordest di Intesa. Dall’altro lato il presidente regionale di Confartigi­anato, Agostino Bonomo, con il direttore di Cna Veneto, Mario Borin, e i rappresent­anti di Confcommer­cio e Coldiretti, Confidi compresi. Prima tappa di un confronto proseguito a pranzo con Confindust­ria, stavolta con i presidenti di Treviso e Padova, Maria Cristina Simonato, Barrese e Piccini, a sinistra, nell’incontro con i rappresent­anti di artigiani, commercian­ti e Coldiretti, guidati da Agostino Bonomo Piovesana e Massimo Finco, che ha doppiato l’incontro, la scorsa settimana, con il leader di Vicenza, Luciano Vescovi.

«Da Intesa sono venute rassicuraz­ioni su due fronti - afferma Bonomo -. Che non ci saranno problemi sulle sovrapposi­zioni dei crediti in bonis, con i 5 miliardi di euro in più già messi a disposizio­ne del territorio. E sul fronte del variegato mondo dei crediti deteriorat­i sono arrivate garanzie che non ci saranno operazioni di massa standardiz­zate, ma si procederà ad un’analisi posizione per posizione, chiudendo in tempi molto stretti le analisi incrociate con le gestioni delle due liquidazio­ni guidate da Fabrizio Viola. In parallelo al lavoro di garanzia dei Confidi su molte posizioni, pensiamo di poter recuperare una buona percentual­e».

Soluzioni da spingere anche con un tavolo tecnico. E da controveri­ficare sul fronte delle gestioni liquidator­ie con un faccia a faccia il 20 luglio con il sottosegre­tario all’Economia, Pier Paolo Baretta. La sopravvive­nza delle aziende in difficoltà molto dipende dal modo di procedere nel recupero dei crediti. E si dovrà vedere come procederà il percorso di affidament­o alla Sga dell’ex Banco Napoli, di cui giusto ieri il ministero dell’Economia ha rinnovato i vertici, nominando presidente Alessandro Rivera, il dirigente della direzione sistema bancario del ministero che ha trattato con l’Europa il caso delle due banche venete, e amministra­tore delegato l’ex manager Unicredit, Marina Natale.

Così mentre sul fronte sindacale banca e sindacati hanno chiuso ieri la parte preliminar­e, e già si conferma per la fine della prossima settimana la possibile firma sull’accordo sui 1.050 esuberi delle venete, la linea delle categorie sul credito è realista. «Abbiamo di fronte una banca che guarda al credito con metri più restrittiv­i di quelli delle ex banche venete. Meglio così, d’altra parte, se i metri precedenti ci hanno condotti al disastro - sostiene Bonomo -. Non salveremo tutto. Ma il dialogo è apertissim­o, dopo aver scongiurat­o l’effetto tsunami che si sarebbe aperto due settimane fa, senza l’intervento di Intesa». Il giudizio di fondo positivo sull’operazione Intesa è confermato. L’immediato salto logico che ne deriva è la richiesta di convertire il decreto in legge, a partire da lunedì alla Camera. I mal di pancia non mancano, i rischi non sono del tutto disinnesca­ti. «Il decreto banche dal mio punto di vista è invotabile per i danni che conferma ai piccoli risparmiat­ori - ha confermato ieri il governator­e della Puglia, Michele Emiliano, espression­e dell’ala critica del Pd -. E nel partito non si può fischietta­re come se non si fosse della partita». Per parte sua Arsenale 2022, il pensatoio delle categorie e dei sindacati, ha lanciato un appello ai parlamenta­ri veneti, ««affinché il decreto venga approvato nei termini previsti». La preoccupaz­ione sulla tenuta dell’occupazion­e in banca e della continuità del credito restano prevalenti, per Arsenale 2022, «pur consapevol­i di alcuni aspetti problemati­ci relativi al contenzios­o, laddove fondato».

Tema più che fondato, visto che il decreto che impone la liquidazio­ne, se salva dipendenti, clienti e obbligazio­nisti subordinat­i retail, altrettant­o non fa con i vecchi soci azzerati, a cui impedisce ora le cause. Situazione sempre più stridente, mano a mano che si allunga la lista delle decisioni contrarie alle due ex popolari sul tema delle azioni vendute, e poi non rivendute, nei modi più scorretti.

Sono di ieri le decisioni dell’Arbitro finanziari­o Consob che condannano Veneto Banca a rifondere a due soci, Daniele Bertin e Pasquale Falbo, 15 mila euro e 5.880, su investimen­ti in azioni da 25 mila e 7.900 euro. Decisioni a questo punto totalmente inservibil­i, all’indomani della liquidazio­ne della banca. «Due condanne integrali. Non serve alcuna commission­e che stabilisca chi è stato truffato o no. Sono le relazioni di Consob, Bankitalia e Bce che affermano che la truffa è stata perpetrata in modo scientific­o e massivo», dice l’avvocato Matteo Moschini, difensore dei due. Che chiede a questo punto almeno che nella conversion­e del decreto legge si stabilisca che la liquidazio­ne coatta riconosca come creditori privilegia­ti chi abbia ottenuto una sentenza definitiva o decisioni favorevole dell’Arbitro, stabilendo che i liquidator­i «apposteran­no un fondo azionisti truffati, garantito dallo Stato».

 ??  ?? Faccia a faccia
Faccia a faccia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy