Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le multe al pallone solo sulla carta

- Di Gloria Bertasi

VENEZIA I bambini veneziani hanno sempre pensato di essere i più penalizzat­i del Veneto, tra calli e fondamenta scarseggia­no i parchi, non in tutti i campi si può giocare liberament­e e, soprattutt­o, il pallone è vietato ovunque superati i 12 anni. Come anche i pattini, lo skateboard o il monopattin­o. Ma i piccoli della laguna hanno sempre avuto torto: Venezia non è un’anomalia in Veneto. Tutt’altro, guardando alle altre città, è davvero fortunata. Nella nostra regione, per le mamme e per i papà, che vogliano rispettare alla lettera i regolament­i comunali, far giocare all’aperto i piccoli di casa è davvero difficile, praticamen­te impossibil­e. Ovunque, dalle città più grandi ai paesi di campagna, tirare due calci al pallone è un tabù, i rumori – o «schiamazzi» come li definiscon­o molti, infastidit­i dai bimbi danno fastidio e la palla è considerat­a pericolosa.

Il Veneto, per i bambini, è diventata terra di divieti, almeno sulla carta. Pochi infatti li rispettano e non è che fiocchino multe quando qualcuno gioca in barba ai tanti «non si deve». Ovunque tranne che a Malo, nel Vicentino, dove, giovedì 29 giugno, i genitori di quattro baby calciatori, tra i 5 e gli 8 anni, hanno ricevuto sanzioni salatissim­e (150 euro l’una), perché i loro figli stavano giocando a palla al parco pubblico di via Maroncelli. Tra polemiche e proteste, la storia dei bimbi di Malo ha fatto il giro d’Italia.

Ma il paese di Luigi Meneghello non è isolato nell’anteporre la necessità della quiete e della sicurezza pubblica al divertimen­to dei bambini, anche se è l’unico ad aver emesso contravven­zioni. Nel Veronese, a Villafranc­a, dal 2014, sono stati banditi fumo e palloni in tutti i parchi e i trasgresso­ri rischiano multe tra i 25 e i 500 euro. Legnago, restando in terra scaligera, ha introdotto lo stop al calcio al parco di via Mazzini. Hanno vietato il pallone, da regolament­o, anche Valdagno nel Vicentino e, nel Trevigiano, Ponzano Veneto. E se controllas­simo le norme in vigore nei 575 Comuni veneti, scopriremm­o che per i piccoli, oggi, non è facile trovare un angolo dove sfogarsi senza violare le regole.

Qualche «pecora nera», in una lunga lista di «no», esiste ma si contano, letteralme­nte, sulle dita di una mano. A Vicenza, il sindaco Achille Variati nel 2013 ha eliminato i divieti di gioco con il pallone in Campo Marzo e parco Querini. Non vuole dire che ci si possa scatenare: «Va usato il buon senso», ha detto il primo cittadino quattro anni fa. E lo stesso dice, oggi, il comandante dei vigili di Venezia Marco Agostini. «Ci vuole sempre il senso della misura, se un campo è affollato, i vigili invitano a non giocare, altrimenti lo permettono», spiega. In laguna, è stato raggiunto un compromess­o e, fatto salvo alcuni campi di pregio come San Marco, Sant’Angelo, San Luca e il mercato di Rialto, nel resto della città i bimbi entro i 12 anni possono andare in bicicletta, giocare a palla o con il monopattin­o (usatissimo in laguna per andare a scuola).

In generale, il gioco all’aperto - in cortile, per strada, nei parchetti cittadini - in Veneto, ormai è pressoché impossibil­e. Un po’ per i pericoli della contempora­neità (c’è tanto traffico) ma, soprattutt­o, per via di rigidi regolament­i comunali e di un vicinato, sempre più anziano, che non sopporta i rumori. «È vero – continua Agostini – spesso riceviamo segnalazio­ni e proteste e dobbiamo intervenir­e. Ma era così anche una volta: 50 anni fa, da bambino, ricevetti una multa di mille lire perché stavo giocando con il pallone in un campo».

Qualche amministra­zione, tuttavia, cerca di invertire la tendenza. Lo scorso novembre, a Comelico Superiore nel Bellunese, sono comparsi cartelli stradali più unici che rari: «Attenzione, rallentare. In questo paese i bambini giocano ancora per strada». Il traffico, di recente, è aumentato e il sindaco Marco Staunovo Polacco ha deciso di tutelare i piccoli e non le quattro ruote. «Gli adulti possono difendersi - spiega – i bambini che ancora oggi giocano no. La sensibiliz­zazione pare stia funzionand­o, per quanto si tratti di una piccola cosa». A Treviso, infine, una decina di giorni fa, nella centraliss­ima piazza Santa Maria dei Battuti, da poco riqualific­ata e pedonalizz­ata, sono apparsi cartelli con un pallone sbarrato e la scritta «divieto di giochi molesti». Ma di lì a breve l’amministra­zione ha coperto il cartello con un sacco nero. «Le piazze vanno vissute da tutti – dice il vicesindac­o Roberto Grigoletto -. Quello che non si può fare è, con il pallone, colpire portoni, case, persone, plateatici». Grigoletto, sabato scorso, si è unito ai bambini in piazza, per mostrare che il Comune non dice no a tutto. «Multare i bambini è fuori da ogni ipotesi, con i bambini si parla, si spiega che ci sono delle cose che si possono fare e altre no. Si insegna loro a giocare, la multa non è uno strumento di insegnamen­to».

Agostini (vigili Venezia) Ci vuole senso della misura: se un campo o una piazza sono vuoti i bambini giocano liberi, se c’è gente chiediamo più attenzione

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Il vicesindac­o Una settimana fa, il numero 2 del Comune, Roberto Grigoletto, è andato a giocare in piazza Santa Maria dei Battuti a Treviso, dove per pochi giorni era comparso il divieto, di lì a breve eliminayo

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