Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Da Treviso ad Aosta, lite sui migranti
In 15 trasferiti a loro insaputa: scontro fra prefetture. «Credevano di restare nella Marca»
TREVISO Si sarebbero trovati ad Aosta a loro insaputa. A 420 km dalla caserma Serena, dove vivevano da un anno. Una volta a destinazione, le proteste dei 15 migranti e delle istituzioni: «Avevano detto loro che sarebbero stati sportati di una ventina di km, sono stati trattati da pacchi postali», ha dichiarato la Prefettura aostana contestando i colleghi trevigiani. I quali, per tutta risposta, imputano al Viminale la decisione. Il consigliere comunale Chaibi: «Una deportazione».
CASALE SUL SILE Al posto di alzare la bandiera rossa, o almeno quella tricolore del PD, Costantina stavolta sventola bandiera bianca. «Questa notte abbiamo fatto fatica a chiudere occhio pensando che oggi non ci sarebbe stata la festa. Più del partito, siamo delusi dalla burocrazia».
Costantina Pavan, anima del volontariato di Casale sul Sile, è una delle storiche organizzatrici della festa dell’Unità. Si è arresa e con lei anche altri quindici volontari, che in questi anni hanno messo in cantiere la tradizionale festa della sinistra. Un evento che a Casale si ripeteva ininterrottamente dal 1947, quando il partito era guidato da Palmiro Togliatti.
Non serve scorrerei i nomi dei segretari dei partiti in cui è confluito il Pci per capire che è passata un’epoca. «Fosse solo la delusione del partito – racconta la signora Costantina – saremmo anche riusciti ad andare avanti. Ma il vero problema sono i costi e le responsabilità che bisogna assumersi per fare la festa. Lo scorso anno abbiamo fatto un corso antincendio, quest’anno avremmo dovuto farne un altro. Insomma, dopo quel che è successo al Molinetto della Croda, con le quattro vittime durante la festa, è sempre più difficile lasciarsi andare senza mettere in conto quello che potrebbe succedere. Le dico un’altra cosa. Pensi che alla nostra festa non bastano tre bagni, no, ne servono cinque. Come se tutti venissero alla festa dell’Unità per andare in bagno. Questo sarebbe stato il settantesimo anniversario, una ricorrenza che aspettavamo da tempo. Ci dispiace moltissimo, ma a questo punto ci arrendiamo».
In provincia l’unica festa dell’Unità rimasta è dunque a Cappella Maggiore. Quella di Casale sul Sile era gemellata con altre due in Emilia, Crevalcore e Calderara di Reno. Le feste dove un tempo la star era Pierluigi Bersani: «Eh... andremo lì per consolarci», commenta desolata Costantina.