Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Per celebrare Tito Livio l’antico teatro romano riaffiora dopo 2mila anni
Sotto Prato della Valle duemila anni fa c’era uno dei teatri più grandi dell’impero. E quel che ne rimane sta affiorando lentamente a galla. In menoria di Tito Livio.
dove le guide prendono la parola sotto gli alberi e distribuiscono questionari sulla percezione dell’archeologia. «Lavorare in acqua è complicato, il cantiere è un work in progress – premette Francesca Veronese dei Musei civici -. Quando sarà tutto prosciugato, le nuove tecnologie ci permetteranno di ottenere una datazione più puntuale di Zairo, che potrebbe anche essere più antico di quello che crediamo». «Si parla molto di archeologia per tutti, ma spesso i cantieri sono transennati perché Padova è una città che vive – aggiunge Elena Pettenò della Soprintendenza -. Con queste visite, vogliamo anche rendere giustizia a tutte le volte che non abbiamo potuto aprire i cantieri al pubblico per motivi di sicurezza». A questo punto si formano sei gruppi: quello guidato da Jacopo Bonetto, docente di Archeologia classica, si sposta sotto la statua del doge veneziano Francesco Morosini. Oltre le transenne spuntano le fondazioni di Zairo: «Il teatro ospitava commedie, tragedie, pantomime e assemblee - spiega Bonetto -. La struttura si estendeva sotto al Prato e le gradinate raggiungevano l’altezza massima vicino agli alberi».
Bonetto mostra la pianta del teatro realizzata nel 1775 da Angelo Ciotto: il centro dell’orchestra era oltre la canaletta, mentre nella muratura c’è un varco che consentiva agli spettatori di spostarsi per raggiungere le scale; i muri radiali sono ancora sommersi. Dopo l’anno Mille il teatro passa all’abbazia di Santa Giustina: «I monaci smontarono il teatro per vendere la pietra ai veneziani, che ne usarono una parte per costruire il ponte di Rialto – svela Bonetto -. I resti dello Zairo restano sepolti dai fanghi e verranno riscoperti solo grazie alle bonifiche di Memmo. Nelle prossime settimane cercheremo di captare altre fondazioni, anche con l’uso di droni e laser». Nella visita sono compresi anche dei visori a realtà aumentata, ma ieri non erano ancora pronti. Il cantiere resta aperto tutti i giorni e le visite guidate del sabato continuano fino al 5 agosto. Ma visto il successo di pubblico, potrebbe esserci una proroga.