Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Segreteria Pd, caso Rinuncini scelto un sindaco senza tessera (e con i dem all’opposizione)
PADOVA Non ha la tessera del partito, anzi il Pd nel Comune del quale è sindaco siede all’opposizione. Eppure Enrico Rinuncini è entrato a far parte della segreteria regionale del Partito Democratico. È il sindaco di Ponte San Nicolò con una maggioranza civica (la lista si chiama Ponte San Nicolò Comunità Viva) e con all’opposizione il Pd in versione civica (Ponte San Nicolò democratico) e l’ha voluto il segretario renziano Alessandro Bisato per seguire gli enti locali. Tagliati fuori dalla segreteria, gli orlandiani non l’hanno presa bene. Anzi.
«Male la segreteria non unitaria. Malissimo Rinuncini: una provocazione inaccettabile - sbotta Giorgio Tonella, presidente dell’assemblea regionale del partito - È un sindaco che ha il Pd all’opposizione: se gli altri componenti della segreteria nominati hanno un briciolo di dignità, si dissocino. Siamo all’analfabetismo politico». Infuriato è dir poco.
«Per fortuna che Tonella voleva collaborare - ribatte Bisato - Comunque Rinuncini adesso si sta iscrivendo al Pd e la cosa è risolta. Rincorriamo il solito schema vecchio, io invece sono per allargare». Allargare a chi non è iscritto e lasciare fuori chi è già dentro è il partito dopo grandi discorsi sulla segreteria condivisa ha innescato però un malumore divisivo. «Non voglio banalizzare le difficoltà dei territori e farò un confronto con gli iscritti del circolo - promette il segretario - Nella civica di Rinuncini ci sono esponenti del Pd. Mi piace guardare all’aspetto generale: è figura che può far bene nel lavoro di territorio. Se vogliamo avere una ragione di futuro nel Pd, dobbiamo sentirci parte di un’unica comunità e creare connessioni con gli eletti nei territori, che siano del Pd o di area. Lui fa una politica di centrosinistra sui migranti e le unioni dei Comuni». Ma se per recuperare quelli di area si perdono quelli con la tessera? «Lavoriamo sui contenuti e lì verranno fuori gli argomenti che ci tengono insieme - ribatte Bisato - La segreteria non è unitaria ma condivisa e per me significa aver dato la guida dell’assemblea a Tonella. Sono molto sereno. Ne è uscita una bella squadra fatta di esperienza e innovazione in termini di volti nuovi».
«Bisato ha iniziato male», scuote la testa Emanuele Rosteghin. Che, come Tonella, è presidente orlandiano dell’assemblea metropolitana di Venezia con una segreteria Pd tutta renziana. «Mi pareva ci fosse idea di collaborare al regionale e ho la sensazione che, come sempre, il segretario sia rimasto già vittima delle correnti renziane: ci hanno messo parecchio a fare una segreteria tutta renziana di dieci persone». Il banco di prova di questa ennesima lacerazione interna ai dem sarà la conferenza programmatica sul referendum per l’autonomia del Veneto. «Chiudere al 40% del partito è un errore, genera un Pd ancora più debole prevede Rosteghin - O facciamo squadra o con le continue divisioni non facciamo strada. Il centrodestra moribondo lo abbiano rianimato noi e sta rialzando la testa grazie ai nostri atteggiamenti».
«Si lavorerà sul governo del partito e sui temi politici e lì si troverà il massimo della sintesi». Lucio Tiozzo, vicesegretario regionale, è fiducioso. Politico di lungo corso, tre mandati in Regione, a suo agio con le dinamiche di partito, svolgerà il ruolo di trait d’union tra la segreteria, i consiglieri regionali e i parlamentari. «Qualunque cosa porta a divisioni è un errore - riflette - Sono preoccupato se ci saranno nuove divisioni, nuove fuoriuscite. Ci saranno aggiustamenti, il cammino è lungo e la segreteria ha la massima buona volontà di un agire unitario sulle cose da fare».
Alessandro Bisato Si sta iscrivendo al Pd E poi è un sindaco di area che amministra secondo principi di centrosinistra