Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Carenza di personale, il tribunale organizza il primo corso antistress
VICENZA Controllare il respiro, affrontare nel modo migliore le tensioni con il vicino di scrivania che magari è un po’ troppo molesto. E soprattutto rimanere calmi, non perdere mai la concentrazione.
Si parte da qui, dalla necessità di imparare delle tecniche per superare al meglio le difficoltà che si incontrano sul posto di lavoro. E se l’ufficio si trova all’interno di un tribunale, la qualità delle prestazioni offerte dai funzionari va inevitabilmente a riflettersi sulla vita di tutti coloro (colleghi, ma anche magistrati, avvocati, testimoni...) che si trovano ad aver a che fare con la «macchina della Giustizia».
Il tribunale di Vicenza ha deciso di offrire al proprio personale amministrativo dei corsi di «gestione dello stress». Ieri il progetto è stato presentato ai lavoratori: un ciclo di incontri (al quale si sono già iscritte quaranta persone) che ha come principale obiettivo quello di ridurre il logorio psicologico migliorando, al contempo, la capacità decisionale.
«È uno dei progetti che abbiamo messo in campo per rispondere alla carenza di organico che attanaglia la struttura giudiziaria», spiega il presidente del tribunale Alberto Rizzo. A Vicenza, come nel resto del Veneto, la mancanza di cancellieri e impiegati amministrativi supera il 30 per cento, con punte del 72 per cento in alcuni settori.
«È chiaro che la scarsità di personale ha delle serie ripercussioni perché costringe i funzionari a dare sempre il massimo - spiega Rizzo - e questo, nel lungo termine, è logorante. L’obiettivo dei corsi è proprio quello di aumentare la risposta che ciascuno di noi è in grado di offrire di fronte a situazioni di stress quotidiano, migliorando quindi la qualità della vita dei dipendenti e di conseguenza fornendo loro nuovi stimoli professionali».
Il progetto rientra nel «Bilancio di Genere femminile» che sarà presentato oggi a Vicenza. All’interno vengono riassunte tutte le iniziative promosse fino a questo momento per migliorare il benessere dei lavoratori - specie per le donne - del tribunale berico.
Si va dall’asilo nido allestito nel palazzo a un ambulatorio medico, fino alla possibilità, riservata alle giudici-mamma, di decidere le sentenze rimanendo a casa con i figli e collegandosi con i colleghi in camera di consiglio attraverso una webcam.
Attualmente, quasi la metà dei magistrati in servizio a Vicenza (17 su 35) e due terzi dei cancellieri (undici su sedici) sono di sesso femminile. E le «quote rosa» aumentano ulteriormente quando si tratta di assistenti giudiziari (24 donne e solo sei uomini) o di operatori (tre maschi e dodici femmine). In un contesto simile, è ovvio che siano soprattutto le donne ad aver aderito, almeno finora, ai corsi anti-stress.
Le lezioni - che saranno tenute da esperti e psicologi non sono l’unica novità in vista per il tribunale berico, divenuto negli ultimi anni una fucina di iniziative che tentano di mettere insieme welfare aziendale e miglioramento dei servizi. Ad autunno, all’interno del Palazzo di Giustizia verrà inaugurata una cucina dotata di tavoli, frigorifero, dispensa e forni a microonde. La pausa pranzo del personale, quindi, potrà svolgersi all’interno del tribunale.
«Vari studi dimostrano l’importanza delle pause per mantenere la massima produttività, prevenire errori e aumentare la concentrazione sul lavoro», spiega Rizzo. «Ma l’obiettivo è anche quello di favorire il lavoro di squadra: mangiare assieme permetterà di rafforzare i rapporti e la fiducia tra colleghi, con i quali, terminata la pausa pranzo, si dovrà collaborare per realizzare gli obiettivi lavorativi».
Rizzo Essere sempre costretti a dare il massimo è logorante, i corsi daranno benessere