Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gli ultrà dell’Hellas: «La nostra festa? La paga Adolf Hitler»

Cori per il Fuhrer in un video girato al raduno dei tifosi Il capo di Forza Nuova: «Volevo solo fare una goliardata»

- Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Video e foto-ricordo

A sinistra, la svastica realizzata con le auto nel 2014. A destra, Luca Castellini «ringrazia» Hitler alla festa dell’1 luglio mondi che non dovrebbero avere mai nulla a che fare: quello festoso del calcio e quello insanguina­to, immaginato dal Fuhrer e dal suo «delfino».

In poche ore il video della festa gialloblù ha raggiunto le sessantami­la visualizza­zioni e raccolto centinaia di commenti sui social. «Cori belli come questo, non avete idea di quanto li apprezzi», «Chi non è tifoso dell’Hellas non può capire», «Ma era soltanto uno scherzo...».

C’è anche chi critica duramente il siparietto al quale si sono prestati gli ultrà veronesi, a cominciare dai siti internet più vicini alle tifoserie nemiche, come quella del Napoli: «La festa della Curva Sud dell’Hellas Verona è stata un covo di nazisti» accusa Il Napolista.

Più o meno le stesse accuse che si erano scatenate nel 2014: altra serata di festa, ma quella volta il «popolo gialloblù» si impegnò a realizzare una sorta di coreografi­a nazista, parcheggia­ndo le automobili in modo da tratteggia­re una svastica.

Prima ancora - era il 2011 - ci furono le accuse di razzismo, piovute ai tempi della promozione in Serie B. Anche in quel caso fu un video a immortalar­e l’allenatore, Andrea Mandorlini, mentre festeggiav­a esortando la curva a cantare «Ti amo terrone».

Ora è la volta dei cori inneggiant­i ad Adolf Hitler e Rudolf Hess. Per l’Hellas, reduce dal colpo di mercato che ha permesso alla società di accaparrar­si Antonio Cassano, una brutta figura. Ma anche ieri la società ha scelto di non commentare l’episodio.

Intanto Luca Castellini non ci sta a finire sulla graticola. «È stata soltanto una goliardata, chi frequenta la curva del Verona sa che la politica non c’entra nulla con le feste che organizzia­mo alla fine del campionato. Dicono che sono un capo-ultrà ma non è vero: sono un tifoso come tutti gli altri». Resta da capire cosa ci facesse, allora, sul palco con il microfono in mano. Ma Castellini tiene più che altro a smarcare il suo ruolo di coordinato­re per il nord Italia del partito di estrema destra dalla sua presenza in Curva Sud: «Allo stadio ci vado da oltre vent’anni ma come Forza Nuova la politica, quella vera, la facciamo fuori dal Bentegodi, sul territorio, ogni volta che lottiamo al fianco dei cittadini per impedire l’arrivo dei profughi».

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