Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ad occhi bendati e in sedia a rotelle: «Ci mettiamo nei panni dei disabili per progettare una città più accessibile»
TREVISO Mica solo i marciapiedi, che all’apparenza sono piccoli scalini ma che si possono trasformare in ostacoli difficili da superare. Anche le superfici ciottolate come in piazza Ancillotto, gli incroci nelle ztl, gli attraversamenti nelle strade aperte alle auto. Tutto per un disabile si trasforma in una barriera architettonica se la sua città non pensa a chi, come lui, si confronta ogni giorno con una sedia a rotelle o con la privazione della vista.
Ieri mattina in centro a Treviso trenta ragazzi del laboratorio Urban Innovation di Ca’ Foscari hanno fatto una «passeggiata esperienziale» assieme ai rappresentanti dal Gaac, il coordinamento delle associazioni di disabili della città, mettendosi nei panni dei meno fortunati. Ragazzi normodotati che per due ore hanno vissuto una città diversa, con gli occhi bendati e in carrozzina, dal distretto sul Sile fino a piazza dei Signori e ritorno.
Non è stato facile. Le ruote si fermano se non trovano la strada liscia, i bastoni senza percorsi sensoriali nel buio.
«Come tutti i centri storici Treviso ha avuto problemi di accessibilità ma si sta attrezzando - spiega l’architetto Stefano Maurizio, del Gaac -. Gli interventi dell’anno scorso non hanno costruito nuovi percorsi ma eliminato tanti piccoli e grandi ostacoli e spendendo poco. Manca ancora una visione strategica dell’accessibilità e un piano di abbattimento delle barriere architettoniche, a volte non serve molto».
«Treviso ha tutte le potenzialità per diventare a misura di disabile, le difficoltà sono superabili e noi vogliamo collaborare – aggiunge Massimo Vettoretti -. I ragazzi di Ca’ Foscari hanno imparato a porre attenzione sulle difficoltà dei disabili».
È stato un esercizio, ma soprattutto un messaggio alle giovani generazioni. «Si tratta di un’esperienza fondamentale per chi intende progettare spazi urbani accessibili per tutti – chiude il sindaco Giovanni Manildo, che ha voluto incontrare il gruppo di ragazzi -. Abbiamo già realizzato 3,5 chilometri di percorsi accessibili dal centro alla stazione, ne abbiamo in programma altri 8,5 nel centro storico». si perdono
Manildo Abbiamo realizzato 3,5 km di percorsi senza barriere