Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bankitalia: «Inchieste partite da noi»
«Le indagini giudiziarie in corso sulle due banche venete hanno preso l’avvio da segnalazioni della Banca d’Italia». A rivendicarlo è la stessa Bankitalia, in un memorandum dedicato alla crisi delle ex popolari pubblicato ieri sul suo sito. Per Veneto Banca, si sottolinea, «i primi segnali di scadimento della situazione tecnica vennero da accertamenti ispettivi condotti nel 2013» e «la vigilanza richiese l’integrale ricambio degli organi sociali e di controllo e l’avvio di un processo di integrazione con altro intermediario». Nel caso di Popolare di Vicenza, invece, «non ricorrevano i presupposti del commissariamento - si legge nel documento - i primi segnali di irregolarità amministrative emersero nel 2014, quando sulla base di evidenze cartolari si riscontrò che la banca acquistava azioni proprie senza autorizzazione. Banca d’Italia inserì tra gli obiettivi di un’ispezione programmata per l’inizio del 2015 l’analisi dell’operatività in azioni proprie della banca vicentina. Dall’ispezione emerse che il fenomeno delle azioni finanziate aveva dimensioni importanti (circa 900 milioni) in gran parte riferibile al biennio 2013/2014. L’irregolarità è stata quindi scoperta a ridosso del momento in cui è stata perpetrata».
Dallo stesso documento si apprende anche che due sono state le offerte vincolanti giunte per le due banche venete al termine della gara: «Una era di Unicredit, riferita soltanto a una parte molto piccola del complesso da vendere, l’altra da parte di Intesa Sanpaolo, risultata vincente».
Alla data room della gara hanno avuto accesso 5 gruppi bancarie e 2 assicurativi. Prima della gara alcuni fondi avevano manifestato interesse ma «l’investimento prospettato non risultava utile allo scopo, per quantità e qualità».