Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lesioni al legale operato La perizia (contestata) scagiona il primario
VITTORIO VENETO Una perizia tecnica che scagiona il primario, ma che per la parte civile sarebbe nulla, e i documenti dell’azienda sanitaria che dimostrerebbero che un chirurgo ha operato nell’ospedale di Costa senza essere assunto ma in qualità di volontario. E’ quanto emerge dalle battute finali del processo che vede alla sbarra il primario Giuseppe Rizzotto, accusato lesioni colpose gravi nei confronti dell’avvocato Daniele Bellot, il noto penalista che, dopo un banale intervento di asportazione di polipi al naso nel novembre 2013, era entrato in coma riportando gravi e invalidanti lesioni cerebrali. Provocate, come hanno stabilito i periti di procura e parte civile, «dallo strumento usato dal chirurgo».
Quel chirurgo, Luigi Rui, ha già patteggiato una pena di otto mesi. Ma è battaglia sulla responsabilità del primario del reparto di otorinolaringoiatria, nel quale Bellot era stato operato nel novembre 2013. Il medico ha sempre detto di non essere stato in sala durante quell’intervento, ma dai verbali risulta come secondo operatore. E ieri è stata discussa la perizia disposta dal giudice Marco Biagetti, che esclude però una sua responsabilità: «Se dell’errore non si è accorto il chirurgo che operava, non poteva accorgersene il primario secondo operatore e quindi con funzione di sostituto in caso di necessità». Un punto per la difesa rappresentata dall’avvocato Gianfranco Gagliardi. Ma gli avvocati di parte civile Esmeralda De Risio e Anna Tomasi hanno contestato la perizia, chiedendo al tribunale di dichiararla nulla. Il motivo: nelle conclusioni vi sono valutazioni di merito dell’ausiliario nominato dal perito Gianni Barbuti che, per legge, ha solo compiti tecnici. Il giudice si è riservato la decisione.
Intanto, però, è emerso un altro elemento dai documenti forniti dall’Usl 2 e inseriti agli atti del processo, e cioè che il chirurgo Rui, assunto dall’azienda sanitaria nell’aprile del 2013, avrebbe effettuato interventi già a partire dall’ottobre 2012, quando era solo un medico volontario: «E agli atti non risultano autorizzazioni in merito», hanno sottolineato i legali in aula. La sentenza è prevista fra sette giorni.