Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Chernobyl, le stanze del silenzio Viaggio nei fantasmi di Pripyat
La mostra A Recoaro video e fotografie dell’associazione «I luoghi dell’abbandono»
Un percorso multisensoriale che tramite oggetti, suoni, odori e immagini trasporta il visitatore a Pripyat, la città progettata e costruita dall’Urss per ospitare gli operai e i tecnici della centrale nucleare di Chernobyl con le loro famiglie. Una città modello, era Pripyat. Da 31 anni è un fantasma. Un luogo dell’abbandono dove il tempo si è fermato, sfregiato com’è stato (e com’è) da un mostro invisibile: le radiazioni. Pripyat è anche un luogo prediletto dai fotografi a caccia di immagini spettrali, angoscianti. Ed è il tema di una mostra originalissima organizzata, dal primo luglio fino al 31 agosto, dall’associazione culturale «I luoghi dell’abbandono» a Recoaro Terme, nel Vicentino.
Circa 1.500 metri quadrati di esposizione, 22 stanze allestite a tema, 9 proiezioni video di approfondimento e 200 fotografie inedite raccontano una pagina tragica della storia moderna: il disastro che plasmò storia, politica e tecnologia costringendo migliaia di persone ad un esodo e ad un calvario tutt’ora in atto. «Il silenzio assordante di Chernobyl» raccoglie gli scatti realizzati da 18 fotografi appena sei mesi fa nella cosiddetta «area di alienazione»: case, scuole, locali pubblici dove il tempo è stato come cristallizzato. Ma a Recoaro sono esposti anche molti oggetti provenienti da Pripyat: «Niente di radioattivo», assicura Devis Vezzaro, fotografo di Dueville che nel 2014 fondò «I luoghi dell’abbandono».
L’allestimento colpisce per la drammaticità che esprime e la cura del dettaglio. Ma anche per la scelta del luogo dell’evento: l’ex albergo Dolomiti, chiuso dal 1990. Nel primo fine settimana di apertura sono già stati centinaia i visitatori della mostra. Fra gli spettatori, anche una giornalista ucraina con la famiglia. «Ha commentato che neppure il museo sul disastro di Chernobyl allestito in maniera permanente a Kiev è così coinvolgente», assicura Vezzaro. «Il silenzio assordante di Chernobyl» è solo l’ultima iniziativa di un’organizzazione noprofit che si pone una missione: «Ricerca, documentazione e valorizzazione di luoghi consegnati al degrado».
Valorizzazione tramite l’allestimento di set fotografici o musicali (ne ha organizzati, fra gli altri, per il talent-show «X-Factor» o per il rapper Emis Killa), ma soprattutto escursioni e affollate visite guidate. Dallo spettrale spettacolo offerto dai 24 hotel abbandonati nel distretto termale di Abano e Montegrotto, alle grandi sedi di vecchie aziende (come l’ex Lanerossi), fino ad ospedali e parchi divertimenti arrugginiti le foto raccolte dal gruppo raccontano uno spaccato di società travolto dalla crisi o da un’edificazione selvaggia che ha prodotto, nel solo Veneto, oltre 10 mila edifici abbandonati. Posti che talvolta si prestano ad escursioni guidate molto richieste. «In due anni abbiamo visitato più di 600 luoghi: all’ex manicomio di Volterra, per esempio, abbiamo portato oltre 4 mila persone in sei mesi, mentre ogni 60-90 giorni apriamo il parco divertimenti Greenland di Limbiate, dove 2-300 escursionisti possono «ammirare» l’ex tempio del divertimento e le sue giostre arrugginite. In Veneto è più complicato: fatichiamo ad ottenere i permessi».
Di idee l’associazione ne avrebbe pure: tornei di «softair», offrire luoghi di ispirazione e lavoro per pittori e artisti di strada. Tre volte l’anno riesce ad animare una «Zombie in», photoset a tema postapocalittico (come sull’isola di Pellestrina, nella Laguna di Venezia). Obiettivo: sensibilizzare. Per ripristinare, in primo luogo. O radere definitivamente al suolo, nei casi di palese irrecuperabilità. Di foto, «I luoghi dell’abbandono» ne ha realizzate a migliaia catalogandole per luogo e tipologia nel suo sito Internet e su una pagina Facebook seguita da quasi 150 mila persone.
«Il silenzio assordante di Chernobyl» si svolge in zona Fonti Centrali (ex Albergo Dolomiti) ed è aperta con i seguenti orari: martedì e giovedì 10-18, sabato e domenica 1020. Ingresso 5 euro. Info: pagina Facebook «I luoghi dell’abbandono».
Il disastro nucleare In esposizione anche oggetti provenienti dalla città ucraina dove sorgeva la centrale