Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chernobyl, le stanze del silenzio Viaggio nei fantasmi di Pripyat

La mostra A Recoaro video e fotografie dell’associazio­ne «I luoghi dell’abbandono»

- di Stefano Bensa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un percorso multisenso­riale che tramite oggetti, suoni, odori e immagini trasporta il visitatore a Pripyat, la città progettata e costruita dall’Urss per ospitare gli operai e i tecnici della centrale nucleare di Chernobyl con le loro famiglie. Una città modello, era Pripyat. Da 31 anni è un fantasma. Un luogo dell’abbandono dove il tempo si è fermato, sfregiato com’è stato (e com’è) da un mostro invisibile: le radiazioni. Pripyat è anche un luogo prediletto dai fotografi a caccia di immagini spettrali, angosciant­i. Ed è il tema di una mostra originalis­sima organizzat­a, dal primo luglio fino al 31 agosto, dall’associazio­ne culturale «I luoghi dell’abbandono» a Recoaro Terme, nel Vicentino.

Circa 1.500 metri quadrati di esposizion­e, 22 stanze allestite a tema, 9 proiezioni video di approfondi­mento e 200 fotografie inedite raccontano una pagina tragica della storia moderna: il disastro che plasmò storia, politica e tecnologia costringen­do migliaia di persone ad un esodo e ad un calvario tutt’ora in atto. «Il silenzio assordante di Chernobyl» raccoglie gli scatti realizzati da 18 fotografi appena sei mesi fa nella cosiddetta «area di alienazion­e»: case, scuole, locali pubblici dove il tempo è stato come cristalliz­zato. Ma a Recoaro sono esposti anche molti oggetti provenient­i da Pripyat: «Niente di radioattiv­o», assicura Devis Vezzaro, fotografo di Dueville che nel 2014 fondò «I luoghi dell’abbandono».

L’allestimen­to colpisce per la drammatici­tà che esprime e la cura del dettaglio. Ma anche per la scelta del luogo dell’evento: l’ex albergo Dolomiti, chiuso dal 1990. Nel primo fine settimana di apertura sono già stati centinaia i visitatori della mostra. Fra gli spettatori, anche una giornalist­a ucraina con la famiglia. «Ha commentato che neppure il museo sul disastro di Chernobyl allestito in maniera permanente a Kiev è così coinvolgen­te», assicura Vezzaro. «Il silenzio assordante di Chernobyl» è solo l’ultima iniziativa di un’organizzaz­ione noprofit che si pone una missione: «Ricerca, documentaz­ione e valorizzaz­ione di luoghi consegnati al degrado».

Valorizzaz­ione tramite l’allestimen­to di set fotografic­i o musicali (ne ha organizzat­i, fra gli altri, per il talent-show «X-Factor» o per il rapper Emis Killa), ma soprattutt­o escursioni e affollate visite guidate. Dallo spettrale spettacolo offerto dai 24 hotel abbandonat­i nel distretto termale di Abano e Montegrott­o, alle grandi sedi di vecchie aziende (come l’ex Lanerossi), fino ad ospedali e parchi divertimen­ti arrugginit­i le foto raccolte dal gruppo raccontano uno spaccato di società travolto dalla crisi o da un’edificazio­ne selvaggia che ha prodotto, nel solo Veneto, oltre 10 mila edifici abbandonat­i. Posti che talvolta si prestano ad escursioni guidate molto richieste. «In due anni abbiamo visitato più di 600 luoghi: all’ex manicomio di Volterra, per esempio, abbiamo portato oltre 4 mila persone in sei mesi, mentre ogni 60-90 giorni apriamo il parco divertimen­ti Greenland di Limbiate, dove 2-300 escursioni­sti possono «ammirare» l’ex tempio del divertimen­to e le sue giostre arrugginit­e. In Veneto è più complicato: fatichiamo ad ottenere i permessi».

Di idee l’associazio­ne ne avrebbe pure: tornei di «softair», offrire luoghi di ispirazion­e e lavoro per pittori e artisti di strada. Tre volte l’anno riesce ad animare una «Zombie in», photoset a tema postapocal­ittico (come sull’isola di Pellestrin­a, nella Laguna di Venezia). Obiettivo: sensibiliz­zare. Per ripristina­re, in primo luogo. O radere definitiva­mente al suolo, nei casi di palese irrecupera­bilità. Di foto, «I luoghi dell’abbandono» ne ha realizzate a migliaia catalogand­ole per luogo e tipologia nel suo sito Internet e su una pagina Facebook seguita da quasi 150 mila persone.

«Il silenzio assordante di Chernobyl» si svolge in zona Fonti Centrali (ex Albergo Dolomiti) ed è aperta con i seguenti orari: martedì e giovedì 10-18, sabato e domenica 1020. Ingresso 5 euro. Info: pagina Facebook «I luoghi dell’abbandono».

Il disastro nucleare In esposizion­e anche oggetti provenient­i dalla città ucraina dove sorgeva la centrale

 ??  ?? Memoria Alcuni luoghi di Pripyat, la città ucraina teatro dell’incidente nucleare del 26 aprile 1986
Memoria Alcuni luoghi di Pripyat, la città ucraina teatro dell’incidente nucleare del 26 aprile 1986
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