Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

OMBRELLONI E BANALITÀ DEL MALE

- Di Massimilia­no Melilli

Un bagnino di nome Gianni Scarpa che trasforma la spiaggia di Playa Punta Canna a Chioggia in una sorta di succursale balneare di Predappio e di riflesso viene denunciato per apologia del fascismo. L’assessora regionale all’Istruzione (?) Elena Donazzan che lancia per protesta un party in maschera sul Ventennio (sempre in spiaggia) indossando i vestiti e forse anche il costume di Margherita Sarfatti, la scrittrice e giornalist­a veneziana amante di Benito Mussolini. Un deputato di destra, Massimo Corsaro, che offende brutalment­e il collega progressis­ta di origini ebraiche Emanuele Fiano con irripetibi­li epiteti di natura sessuale. Questa estate saremo anche travolti dal solleone ma rischiamo anche di affondare sotto uno tsunami di stupidità, vuoto pneumatico elevato all’ennesima potenza. Quando la storia è (ri)scritta tra un tuffo e l’altro, magari con un bel gavettone agli amici fra uno spritz e una seduta di acquagym, siamo oltre la deriva ontologica delle ideologie: abbiamo toccato il fondo. Anche per questo, la stessa espression­e ventennio fascista, è buttata lì per celia, come una barzellett­a più o meno spinta da ombrellone e certo non si riferisce alla rivisitazi­one critica del periodo che va dalla presa del potere del fascismo e di Mussolini, ufficialme­nte avvenuta il 29 ottobre 1922, sino alla fine del regime, avvenuta formalment­e il 25 luglio 1943. Naturalmen­te, la stupidità di gruppo sul fascismo, non prevede la trattazion­e delle tragiche conseguenz­e che l’Italia avrebbe vissuto da lì a poco: tra 1943 e il 1945 vennero arrestate per motivi razziali oltre 7.800 persone. Di questi ebrei, 318 vennero uccisi in Italia mentre circa 7.500 vennero deportati, per lo più ad Auschwitz. Solo 826 di loro sono sopravviss­uti. Le loro testimonia­nze fanno rabbrividi­re. Ancora. Il 14 novembre 1943, a Verona, il nuovo Partito Fascista Repubblica­no (ricostitui­to il 15 settembre da Mussolini) approvò un programma politico in cui, tra l’altro, si affermava che «gli appartenen­ti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengo­no a nazionalit­à nemica». Su queste basi, la Repubblica Sociale Italiana collaborò ampiamente con i tedeschi alla cattura ed alla deportazio­ne degli ebrei italiani. Ma la storia gioca brutti scherzi, a volte. Così una delle pagine più complesse e tragiche della storia d’Italia, il fascismo, nell’ottica di Gianni il bagnino e dell’allegra comitiva, viene ridotto a sciocca esposizion­e di cimeli, cartelli e slogan da spiaggia e ad un party con tanto di abiti d’epoca e trasposizi­oni d’autrice, offensive.

Isostenito­ri del bagnino inneggiant­e al Duce, lievitano su Facebook. I «mi piace» nella pagina «Io sto con Gianni di Playa Punta Canna» sono diventati migliaia. Infine, un paradosso. Tutto ciò avviene mentre giornali e television­i ricordano la figura e le opere di Denis Mack Smith, scomparso l’altro giorno. Fu un autorevole studioso della storia d’Italia e del fascismo. Che ammonì, profeticam­ente: «Gli italiani non avranno mai il coraggio di fare autocritic­a sul Ventennio». A Chioggia (e non solo) ne sanno qualcosa.

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