Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Regina sogna di rivivere i fasti e i successi dei Mondiali 1956

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CORTINA D’AMPEZZO Una scintilla in grado di far partire il motore dello sviluppo e farlo funzionare negli anni a venire: questo dovranno essere, nelle intenzioni delle istituzion­i, i Mondiali di sci del 2021 e questo furono le Olimpiadi invernali del 1956 a Cortina d’Ampezzo. In attesa della pianificaz­ione definitiva per le opere sportive, in paese si sognano i fasti del grande evento che, negli anni in cui sempre più persone iniziavano ad andare in vacanza, rilanciò Cortina a livello internazio­nale.

Oggi si parla del rifaciment­o della piscina di Guargnè, della riqualific­azione della palestra comunale, di alcune riorganizz­azioni viabilisti­che, del migliorame­nto degli impianti di risalita e dell’adeguament­o delle piste, per un totale di 40 milioni di euro. Nel 1956, in quell’appuntamen­to rimandato di 12 anni (le Olimpiadi cortinesi si sarebbero dovute tenere nel 1944, la guerra non lo consentì), la Conca si ritrovò con un nuovo stadio del ghiaccio e con un trampolino olimpico rifatto ex novo. Tra le opere sportive, anche la sistemazio­ne della pista di bob, le tribune provvisori­e, lo stadio del fondo e nuove piste da sci. Si spesero oltre 3 miliardi di lire, e gli incassi non superarono i 231 milioni.

L’evento lanciò Cortina nell’Olimpo delle località sciistiche italiane. Per i Mondiali del 2021, occorrerà compiere una corsa contro il tempo, soprattutt­o per quanto riguarda le opere lungo la viabilità maggiore (240 milioni totali che l’Anas dovrà investire nel migliorame­nto dell’Alemagna e della Carnica) e il Treno delle Dolomiti che ripristine­rebbe la vecchia ferrovia Calalzo-Cortina, oggi interrata sotto una ciclabile. Due i percorsi allo studio: uno per la valle del Boite (come il vecchio tracciato lungo il quale, nel 1956, il treno fungeva da navetta per liberare l’Alemagna dalle auto) e uno per la valle d’Ansiei. Attraverso lo sport, si cercherà di promuovere le bellezze di un paesaggio che, nel report compilato dopo le Olimpiadi del 1956, viene descritto così: «Immensi castelli di pietra, gigantesch­e torri, piramidi colossali, vertiginos­e pareti sanguigne, selve di guglie, punte ed aghi, festoni bizzarri che pencolano nel vuoto, campanili contorti sorretti da inspiegabi­li equilibri, cascate sonore e torrenti impetuosi, foreste di abeti e larici, fiori sgargianti, costituisc­ono il mondo fiabesco delle Dolomiti». (a.zuc.)

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La vallata ampezzana Una veduta della cittadina

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