Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vicenda

- Gianni Favero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il decreto Salva-banche è passato alla Camera tra le polemiche

Il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, ha accusato gli imprendito­ri veneti di «essersi chiamati fuori» dalla partita della ricapitali­zzazio ne

Secca la replica delle imprese: non toccava a noi andati in fumo con le svalutazio­ni, per Franceschi bisognava sempliceme­nte «essere cerebroles­i. E occorre anche apprezzare il fatto che, visto l’accaduto, la classe imprenditr­ice veneta si sia limitata a civili manifestaz­ioni senza compiere nulla di fastidioso per il sistema». Adesso, che gli istituti sono andati in mano ad una «signora banca come Intesa, le categorie produttive di questa regione non mancherann­o di guardare al mondo del credito in modo del tutto nuovo». Anche Agostino Bonomo, presidente di Confartigi­anato Veneto, ha un messaggio per Rosato che, nella sua forma più linda, si può riassumere in questo modo. «Alla ricapitali­zzazione non abbiamo girato la testa, l’abbiamo tenuta sulle spalle. Il capo dei deputati Pd si ricordi che il Veneto è una delle poche regioni a residuo fiscale positivo, se lo Stato ritiene di far la parte del magnanimo tenga presente che, per una volta, sta alimentand­o chi gli ha dato sempre da mangiare».

Nemmeno Mario Carraro, industrial­e spesso vicino alle aree politiche più progressis­te, salva il pensiero di Rosato. «A meno di essere imprendito­ri della finanza non tocca alle imprese ricapitali­zzare una banca. Le imprese – conclude – è al loro interno che devono concentrar­e gli investimen­ti».

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