Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autonomia, il Pd resta sospeso ma piace il «Sì» stile Lombardia
Decisione rinviata al 24 luglio, va superato il No dei vertici nazionali
Né un «Sì», né un «No». Si chiude con un nuovo rinvio, alla direzione del 24 luglio, il summit del Pd dedicato al referendum sull’autonomia. Ma si fa strada, nel partito, l’idea dei sindaci dem lombardi, alle prese con l’identico referendum di Maroni: si vota «Sì», per non lasciare campo libero alla Lega, ma in modo critico. Va però superata la netta contrarietà dei vertici nazionali.
VENEZIA Il «Sì» o il «No» ancora non c’è, la decisione finale verrà presa nella direzione del 24 luglio prossimo a riprova (se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno) che la scelta è travagliata e difficilissima per il Partito Democratico del Veneto. Il referendum per l’autonomia incombe (sarà il 22 ottobre) e la riunione di tre ore convocata ieri dal segretario Alessandro Bisato per discuterne con i sindaci, i consiglieri regionali, i parlamentari e i segretari provinciali, al Crowne Plaza di Padova, s’è rivelata assolutamente interlocutoria. «Un utile dibattito - lo liquidano i più - dal quale ciascuno è uscito con la stessa identica idea con cui era entrato». Il tutto mentre il governatore Luca Zaia e la Lega hanno già messo in pista il loro comitati per un «convintissimo» Sì, dando il via ad una lunga marcia che - a leggere i sondaggi s’annuncia trionfale.
Il Pd è chiamato ad indicare una direzione netta al suo popolo (in un referendum, d’altra parte, non è che si possa lavorare poi molto sulle sfumature) e Bisato, insieme al capogruppo in Regione Stefano Fracasso, sta tentando di portare i dem sulla stessa strada imboccata dai sindaci dei capoluoghi lombardi capitanati dal bergamasco Giorgio Gori, alle prese con lo stesso problema in Lombardia dove pure Maroni, sempre il 22 ottobre, celebrerà un analogo referendum autonomista. Ieri, in apertura dei lavori, Bisato ha letto proprio il documento dei sindaci lombardi, il cui ragionamento può riassumersi così: il referendum non serve a niente e quei soldi si potevano usare in altro modo, ma a questo punto tanto vale entrare nel merito ed evitare che la Lega ne faccia un’operazione di pura propaganda. «Il tema è troppo serio per farlo diventare una vittoria del centrodestra» ha detto Gori. Questa sarebbe la chiave per uscire dall’angolo in cui i dem sono stati cacciati: valorizzare la spinta autonomista proveniente dal territorio, dai sindaci, contrapponendola al «neocentralismo regionale»; un po’ come sta tentando di fare il Pd in provincia di Belluno. E poi spiegare e rispiegare, come fa Bisato, che «il residuo fiscale non c’entra niente in questa partita», che «dal 23 ottobre non avremo l’autonomia di Trento e Bolzano, inizierà solo la trattativa con lo Stato» e insomma, «smascherare le balle di Zaia», invitando però nel contempo ad andare a votare e votare Sì, magari ricordando che «la riforma del Titolo V della Costituzione l’abbiamo fatta noi» (ma c’è chi preferirebbe optare per l’astensione, addirittura con valutazione in corso d’opera, della serie: vediamo come va e poi decidiamo da che parte buttarci).
I sindaci lombardi hanno subito chiarito di non volersi mettere in contrapposizione con i vertici nazionali del partito, un problema che si ripropone pari pari qui. Da Matteo Renzi a Maurizio Martina, da Marianna Madia a Gianclaudio Bressa fino a Pierpaolo Baretta (l’ultima volta ieri, quando ha ribadito che «il referendum è inutile, sbagliato e dannoso»), l’intera catena di comando che unisce il Veneto a Roma si espressa contro la consultazione autunnale, mettendo in difficoltà il partito sul territorio. E poi, come coniugare il referendum autonomista del 22 ottobre con quello neocentralista, spinto a tutta forza dal Pd a trazione renziana, del 4 dicembre? Il rebus, come si vede, è difficile da risolvere. Ma Bisato fa professione di ottimismo: «Analizzeremo tutte le posizioni che sono legittime e hanno i loro fondamenti e le loro ragioni. Io sostengo il Sì critico e responsabile, una terza via tra il Sì leghista e il No che rischia di metterci ai margini della politica veneta. Sono sicuro che il 24 luglio riusciremo a fare sintesi di tutte le sensibilità».
Alessandro Bisato Tutte le posizioni sono legittime e hanno un loro fondamento, troveremo di certo una sintesi Giorgio Gori Il tema dell’autonomia è troppo serio per farlo diventare una vittoria del centrodestra