Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autonomia, sì unanime dei sindaci. «E in Provincia torni l’elezione diretta»
Per il voto il 22 ottobre, il consiglio deve deliberare lunedì
La spesa La Provincia stanzia 300mila euro, il resto potrebbe pagarlo la Regione
BELLUNO Dopo l’approvazione all’unanimità, è scattato l’applauso: ieri pomeriggio l’Assemblea dei sindaci ha conferito al consiglio provinciale il mandato di indire il referendum per l’autonomia bellunese, da affiancare a quello indetto dalla Regione. Nella sala degli Affreschi di palazzo Piloni, 44 su 61 sindaci del Bellunese (2 Comuni sono commissariati) si sono detti d’accordo con l’iniziativa referendaria promossa dalla Provincia. Per cercare di ottenere l’accoppiamento con il referendum regionale, la convocazione va effettuata entro lunedì. Venerdì mattina, il consiglio provinciale si riunirà appositamente per deliberare. Un passaggio che sarebbe dovuto arrivare ieri pomeriggio, insieme all’approvazione del bilancio di previsione dell’ente ma che è stato rimandato perché nell’emiciclo mancavano due consiglieri (per la maggioranza Pierluigi Svaluto Ferro, per la minoranza Renata Dal Farra).
I primi cittadini bellunesi hanno accettato il quesito e dato mandato alla Provincia di indire il referendum prevedendo nel bilancio un’apposita voce di spesa da 300 mila euro (la prima stima sommaria del costo della consultazione). «Il messaggio che è uscito mi rende felice, io ci ho sempre creduto e ora sappiamo che ci credono anche gli altri sindaci», ha commentato la vicepresidente Amalia Serenella Bogana, che regge l’ente dalla mancata riconferma di Daniela Larese Filon al timone del Comune di Auronzo. «Non credo ci saranno problemi, usciremo vincitori e ci faremo sentire», ha aggiunto. La Provincia proverà a far sì che sia la Regione a pagare la gran parte delle spese, offrendosi di versare solo la produzione e la distribuzione delle schede.
Per il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, bisogna guardare oltre al costo: «Negli anni abbiamo tenuto alta l’attenzione sul mancato riconoscimento delle difficoltà bellunesi – ha osservato – .Ora bisogna scegliere se alzare il tiro a livello politico oppure continuare come sempre. Se la Regione, come dice, crede all’autonomia, sostenga una parte dei costi». Il sindaco di Feltre Paolo Perenzin ha proposto la formulazione finale, che tenta di limitare l’impegno economico della Provincia. «Pensiamo anche a quello che dovrà succedere dopo il referendum – ha detto –. Le elezioni di primo grado (ovvero il ritorno alle urne dei cittadini e non dei soli consiglieri comunali, ndr) devono essere un obiettivo. Da noi solo un ente come la Provincia consente di fare massa critica». Per Ennio Vigne, sindaco di Santa Giustina, l’importante è mirare al bersaglio giusto: «Bisogna avere il coraggio di dire che la Provincia sta andando in default per colpa dei tagli dello Stato – ha attaccato – Se al referendum votano in pochi, è finita».