Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Assoluzion­e bis per il pugile Brancalion

- Di Benedetta Centin

ROVIGO Assolto per la seconda volta. L’ennesima vittoria, ma non sul ring dove si è aggiudicat­o titoli da profession­ista, anche europei. In un’aula di tribunale, dove è finito con l’accusa di stalking verso l’ex compagna e dove era già stato condannato in passato per altri reati. Antonio Brancalion, l’ex pugile rodigino ed ex campione italiano dei Mediomassi­mi, questa volta non aveva medaglie da alzare al cielo, ma la sua innocenza. Quella che aveva proclamato più volte, quella che ieri gli ha riconosciu­to il giudice di Rovigo Barbara Vicario. Facendolo uscire a testa alta da una vicenda che il 26 agosto scorso fa lo aveva portato in carcere. Dove era finito anche nell’aprile 2013, senza mai arrivare al processo: la procura aveva archiviato prima la sua posizione. Una vicenda, questa, che gli ha fatto ripensare la sua vita. Lontano da Rovigo. Si aspettava l’assoluzion­e?

«Ci speravo: c’erano prove inconfutab­ili della mia innocenza e testimonia­nze. Come ha reagito?

Ho pianto (racconta ancora commosso) e ho pensato a mio padre che avevo pregato e

con lui Dio: le accuse erano pesanti. L’assoluzion­e per me è stata una grande rivincita. Una rivincita?

Sì, nei confronti di tutte quelle illazioni, quelle critiche e quei pregiudizi che ho dovuto sopportare. Ma non sono mai andato al tappeto, la vita ti insegna a essere forte. Era più la rabbia o la delusione?

La delusione, per il comportame­nto della mia ex compagna, per la quale ho fatto anche carcere: le avevo dato la mia vita in mano. Le porta rancore? No, non ci riesco, l’ho amata troppo, le auguro il meglio. Quanto la vicenda giudiziari­a ha pesato sul suo lavoro?

Mi ha compromess­o in tutto: è da parecchio che non trovo lavoro. Ora, a 41 anni, spero di ricomincia­re altrove, con nuovi amici e nuovo amore, che c’è già e per il quale voglio mettermi in gioco.

Perchè andarsene proprio ora che è stato riconosciu­to innocente?

Perchè sono stanco e perchè la gente, anche quella che veniva a vedermi sul ring, non rimuove: sa chi è Antonio solo per quello che ha letto sui giornali, per le accuse che mi hanno rivolto, e non per quello che veramente sono. Quindi va via da Rovigo? Sì, non ci voglio più rimanere qui. Cambio vita, ci provo. Ma pensa di rimettere piede sul ring in futuro?

Ho promesso a mio padre, in punto di morte, dopo aver perso i Campionati Europei del 2010, che non ci sarei più tornato sul ring ma non escludo un futuro da maestro: il pugilato è parte integrante di me.

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