Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Fracarro Radioindustrie e l’accusa di evasione dell’Iva: «L’abbiamo dilazionata al 2020»
CASTELFRANCO A processo per non aver versato l’iva. Umberto Fraccaro Genovese, 86enne, capitano di una delle industrie simbolo della Marca, la Fracarro Radioindustrie, è chiamato a rispondere dell’evasione dell’imposta sul valore aggiunto per l’anno 2013: un 1milione e 200 mila euro, ai quali vanno sommati altri 200 mila euro di sanzioni.
La Fracarro Radioindustrie costruisce antenne e parabole per tivù, punto di riferimento a livello europeo nel settore. Ammessa al concordato preventivo per la continuità dell’attività aziendale, è passata per un’omologa del tribunale che ha stabilito l’ordine e le modalità del pagamento dei debiti. Ed è proprio qui che nasce l’inghippo che ha aperto la strada delle carte bollate: se l’imputato, prima del dibattimento, ha pagato anche ratealmente il debito con l’erario, non è punibile. «Abbiamo quindi chiesto ha sottolineato il legale della Fracarro, Fabio Pavone – l’intervento della Corte Costituzionale». L’azienda ha infatti dilazionato fino al 2020 il pagamento dell’Iva e a quel punto il reato si estinguerà. Essendo la Fracarro vincolata al concordato non può tuttavia anticipare il pagamento e non potendo dettare i tempi della giustizia, si trova in condizioni di disuguaglianza rispetto a chi ha la fortuna di avere rinvii delle udienze con tempi lunghi. (a.zamb.)