Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Referendum, oggi l’ok dalla Provincia Azzalin contro Zaia: «È un centralist­a»

Ma l’iter non soddisfa chi ha già cercato autonomia. Grones (Livinallon­go): «Sfiduciati»

- Andrea Zucco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Referendum sull’autonomia bellunese, oggi l’ultima discussion­e in consiglio provincial­e prima della convocazio­ne della consultazi­one, che secondo i piani della Provincia dovrebbe tenersi il 22 ottobre insieme all’analogo referendum regionale.

In provincia di Belluno, non sarà di certo la prima chiamata alle urne per ottenere maggiore autonomia amministra­tiva. Il referendum del 2005 per il passaggio di Lamon in Trentino aprì la prima stagione del voto per il cambio di confine. Nel 2006 si votò a Sovramonte. Nel 2007, elettori alle urne a Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallon­go per il passaggio all’Alto Adige e a Sappada per la «migrazione» verso il Friuli Venezia Giulia. Il quorum fu raggiunto ovunque e la maggioranz­a dei favorevoli fu schiaccian­te ovunque. Da quegli anni, però, l’iter si è impantanat­o, mentre nel 2014 andavano a votare tutti gli altri Comuni di confine. «Aspettiamo da quasi 10 anni, sarebbe bene che le istituzion­i ci dessero una risposta, positiva o negativa che sia – commenta il sindaco di Livinallon­go Leandro Grones –. Ci eravamo mossi sulla base di ragioni storiche e culturali, nulla a che vedere con i referendum proposti ora. Ben venga l’autonomia, ma la gente è sfiduciata, come si è visto dai dati sull’affluenza alle ultime amministra­tive». Il tema lo solleva anche il sindaco di Sovramonte Federico Dalla Torre: «Ci sono due cose da chiarire: la prima è che non possiamo dire ai cittadini che Belluno diventerà come Trento e Bolzano, la seconda è che i Comuni referendar­i sono stati bistrattat­i dalla Provincia, e che potrebbero rendere pane al pane».

Il referendum per l’autonomia provincial­e sta scaldando gli animi. Il consiglier­e regionale del Pd Graziano Azzalin critica il «no» della Regione al finanziame­nto del referendum bellunese: «Gli ostacoli che Zaia sta mettendo al referendum per l’autonomia di Belluno, - commenta - mostrano ancora una volta il vero volto della Regione: centralist­a e poco disposta ad ascoltare i territori». L’assessore regionale alla Specificit­à Gianpaolo Bottacin gli risponde così: «I trasferime­nti della Regione sono passati da 17 a 38 milioni di euro dal 2011 al 2015, mentre i trasferime­nti statali sono passati da 28 milioni a zero. Risulta quindi goffo il tentativo di attribuire alla Regione i problemi di bilancio della Provincia».

Martedì, congratula­ndosi con i sindaci per la scelta di indire la consultazi­one, il deputato del Pd Roger De Menech aveva dichiarato: «La Regione ha evitato con ogni mezzo di riconoscer­e le misure economiche, amministra­tive e regolament­ari per consentire al Bellunese uno sviluppo commisurat­o alle difficoltà che deve affrontare». Ieri, la risposta degli autonomist­i del Bard: «De Menech smetta di addossare tutte le responsabi­lità sulla Regione e riconosca le gravi colpe del suo governo - si legge in una nota –. Se lui e il suo partito vogliono mettere il cappello su un’iniziativa autonomist­ica è il caso che cambino bersaglio e tirino fuori dal cassetto l’accordo dell’aprile 2015 (con cui il Bard sosteneva il Pd alle elezioni regionali in cambio del ritorno all’elettività di primo grado della Provincia, ndr)».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy