Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Referendum, oggi l’ok dalla Provincia Azzalin contro Zaia: «È un centralista»
Ma l’iter non soddisfa chi ha già cercato autonomia. Grones (Livinallongo): «Sfiduciati»
BELLUNO Referendum sull’autonomia bellunese, oggi l’ultima discussione in consiglio provinciale prima della convocazione della consultazione, che secondo i piani della Provincia dovrebbe tenersi il 22 ottobre insieme all’analogo referendum regionale.
In provincia di Belluno, non sarà di certo la prima chiamata alle urne per ottenere maggiore autonomia amministrativa. Il referendum del 2005 per il passaggio di Lamon in Trentino aprì la prima stagione del voto per il cambio di confine. Nel 2006 si votò a Sovramonte. Nel 2007, elettori alle urne a Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo per il passaggio all’Alto Adige e a Sappada per la «migrazione» verso il Friuli Venezia Giulia. Il quorum fu raggiunto ovunque e la maggioranza dei favorevoli fu schiacciante ovunque. Da quegli anni, però, l’iter si è impantanato, mentre nel 2014 andavano a votare tutti gli altri Comuni di confine. «Aspettiamo da quasi 10 anni, sarebbe bene che le istituzioni ci dessero una risposta, positiva o negativa che sia – commenta il sindaco di Livinallongo Leandro Grones –. Ci eravamo mossi sulla base di ragioni storiche e culturali, nulla a che vedere con i referendum proposti ora. Ben venga l’autonomia, ma la gente è sfiduciata, come si è visto dai dati sull’affluenza alle ultime amministrative». Il tema lo solleva anche il sindaco di Sovramonte Federico Dalla Torre: «Ci sono due cose da chiarire: la prima è che non possiamo dire ai cittadini che Belluno diventerà come Trento e Bolzano, la seconda è che i Comuni referendari sono stati bistrattati dalla Provincia, e che potrebbero rendere pane al pane».
Il referendum per l’autonomia provinciale sta scaldando gli animi. Il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin critica il «no» della Regione al finanziamento del referendum bellunese: «Gli ostacoli che Zaia sta mettendo al referendum per l’autonomia di Belluno, - commenta - mostrano ancora una volta il vero volto della Regione: centralista e poco disposta ad ascoltare i territori». L’assessore regionale alla Specificità Gianpaolo Bottacin gli risponde così: «I trasferimenti della Regione sono passati da 17 a 38 milioni di euro dal 2011 al 2015, mentre i trasferimenti statali sono passati da 28 milioni a zero. Risulta quindi goffo il tentativo di attribuire alla Regione i problemi di bilancio della Provincia».
Martedì, congratulandosi con i sindaci per la scelta di indire la consultazione, il deputato del Pd Roger De Menech aveva dichiarato: «La Regione ha evitato con ogni mezzo di riconoscere le misure economiche, amministrative e regolamentari per consentire al Bellunese uno sviluppo commisurato alle difficoltà che deve affrontare». Ieri, la risposta degli autonomisti del Bard: «De Menech smetta di addossare tutte le responsabilità sulla Regione e riconosca le gravi colpe del suo governo - si legge in una nota –. Se lui e il suo partito vogliono mettere il cappello su un’iniziativa autonomistica è il caso che cambino bersaglio e tirino fuori dal cassetto l’accordo dell’aprile 2015 (con cui il Bard sosteneva il Pd alle elezioni regionali in cambio del ritorno all’elettività di primo grado della Provincia, ndr)».