Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Gajo: «Sulle imprese effetti pesanti Zaia e i politici devono occuparsene»
VENEZIA «Il disastro è epocale, i problemi che ci stanno di fronte sono enormi e le soluzioni tutte da inventare. Ma questo non esime i politici dal provare almeno ad occuparsene». Mentre il Veneto pare più interessato a mettere una pietra sopra sul fallimento di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e a nascondere sotto il tappeto i problemi che si aprono ora sul fronte del credito all’indomani dell’esplosione finale e della liquidazione che ha affidato parte delle attività ad Intesa Sanpaolo, altrettanto non fa Giovanni Gajo, il decano dei finanzieri d’impresa con la sua sgr Alcedo. Gajo prova ad addentrarsi sul terreno minato che si apre davanti al Veneto nei prossimi anni. Per altro avvertendo che facili ricette da tirar fuori dai cassetti non ci sono. Salvo che tirar dritto sperando che tutto s’aggiusti è forse l’unica non indicata. «È un’altra vicenda, dopo il Mose, da cui il Veneto esce tutt’altro che bene - dice Gajo -. E non è improprio paragonare questa situazione alla Crisi del ‘29. Specie ora che si tratta di uscirne. Anche allora la situazione era inedita e si dovettero inventare le soluzioni. Lo si deve fare anche ora». Il quadro per i vecchi soci è
noto.
«Una cosa che non avevo mai visto nei miei 76 anni di vita. È andata persa una cifra colossale, che non tornerà più indietro». Ora si rischia il bis, sul credito, con le imprese.
«Il problema per le imprese è pesante. Specie per quelle in difficoltà, che difficilmente troveranno credito altrove, spostandosi oltretutto da due banche liquidate. E le aziende senza credito non sopravvivono. Anche qui il problema è enorme, mi sembra abbastanza evidente». Immaginare soluzioni è per altro difficile, diceva.
«Sì, ma questo non esime la politica dal provare almeno ad occuparsene. Il mondo politico dovrebbe essere ben più preoccupato e agitato per una situazione come questa. Quella nazionale, ma anche quella locale, a partire dal governatore Luca Zaia». Lo vorrebbe più sul pezzo?
«Lo vedo molto impegnato sul referendum per l’autonomia. Eppure mi verrebbe da chiedergli per difendere cosa, dopo aver perso le due banche locali nel modo in cui lo abbiamo fatto».