Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sit, primo giorno in Borsa «Un sogno che si avvera e ora nuove acquisizioni»
Milioni di euro
Il fatturato del gruppo nel 2016. L’anno prima fu di 264 PADOVA A Piazza Affari la campana di esordio ieri è suonata per Sit, società padovana di progettazione e produzione di apparecchi per il «gas metering» (contatori) domestico fondata nel 1953 dalla famiglia De Stefani, entrata nel segmento Aim in una settimana in cui, a memoria dei più esperti mai prima d’ora, Borsa Italiana ha registrato una quotazione al giorno che così arrivano, dall’inizio dell’anno, a quota 22.
«Per me — è il primo commento del presidente, Federico De Stefani che è anche un buono sportivo — è stato come aver vinto un’olimpiade, il debutto nel listino lo sognavo da più di otto anni». Sit è sbarcata sul mercato borsistico dopo l’incorporazione della Special Purpose Acquisition Company (Spac) «Industrial Stars of Italy 2», di Giovanni Cavallini ed Attilio Arietti, che in Aim era quotata da maggio del 2016 e che ha conferito un capitale di 50,5 milioni, raccolti da investitori istituzionali italiani ed esteri e che sono stati destinati ad attenuare una posizione debitoria intorno ai 135 milioni. L’esposizione risale al 2014, quando De Stefani rilevò il 56,7% del capitale sociale appartenente ad altri membri della famiglia.
Con la quotazione sul mercato è stato posto un flottante pari a circa il 30%, mentre il 70% resta a De Stefani. Rimane tuttavia lo spazio per un piano di Stock Option messo a disposizione di una serie di manager. «Entrare nel listino
(foto),
in questo momento – ha detto ancora il presidente – è stata un’ottima scelta di tempo vista la vivacità dei mercati che saprà premiare le aziende di grande qualità. Per noi la quotazione è uno strumento che ci darà grande solidità e la possibilità di crescere più rapidamente attraverso acquisizioni esterne, in un momento in cui il rapporto fra debito ed Ebitda è poco meno di due volte, dunque ottimale». Sit, che oggi impiega 1.911 dipendenti nei tre stabilimenti italiani di Padova, Rovigo e Montecassiano (Macerata) e quelli esteri in Messico Olanda, Romania e Cina, ha chiuso il 2016 con ricavi per 288 milioni (erano 264 l’anno prima) e un margine operativo lordo di 44,6. Negli ultimi cinque anni il Gruppo ha registrato una crescita media annua di circa il 6%. Tutte insieme le società che lo compongono producono annualmente 30 milioni di unità di prodotto tra controlli meccanici ed elettronici, sensori, ventilatori per riscaldamento, kit scarico fumi e contatori.
I piani di crescita, spiega ancora De Stefani, riguarderanno acquisizioni «sia nel core business originario del riscaldamento, sia nel gas getering, segmento in cui molti operatori del mondo ripongono grandi aspettative e caratterizzato, perciò, da valutazioni piuttosto elevate. Abbiamo visto giusto nel creare questa divisione sei anni fa».
Dipendenti
È la forza lavoro della società Quarella