Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cina, passato e presente alla Biennale Arrivano le opere fermate in Sri Lanka

- Sara Civai © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Cargo in fiamme, opere della Biennale bloccate». Dopo oltre due mesi di fermo nelle acque dello Sri Lanka, le opere dei 17 artisti cinesi protagonis­ti di «Memory and Contempora­neity», evento collateral­e della Biennale d’Arte di Venezia, sono finalmente giunte in laguna, dove resteranno visibili al pubblico delle Tese fino al 26 novembre. «Il dialogo tra memoria e contempora­neità, tra Oriente e Occidente – nucleo fondante di quest’esposizion­e – si è concretato non solo nella progettual­ità dell’allestimen­to, ma anche nell’affrontare insieme la fragilità del destino lavorando sulla frattura», spiega Davide Rampello, curatore della mostra insieme a Gianfranco Maraniello, Wang Yamin e Sun Jianjiun.

L’esposizion­e, promossa dal Palace Museum di Pechino, nasce proprio dalla sfida di portare a Venezia alcuni degli artisti più significat­ivi della scena contempora­nea cinese a partire dalla rilettura di quello che è senza dubbio il simbolo più importante della sua storia: «È la prima volta che la Città Proibita si apre al mondo in una mostra destinata ad avere una forte eco anche in Cina», racconta Maraniello. A suggellare un percorso che scaturisce dalla reinterpre­tazione di tecniche e materiali di una tradizione millenaria e punta poi verso l’astrazione è il dialogo con cinque maestri del design italiano: la sedia di Antonio Citterio, la lampada di Michele De Lucchi, la poltrona di Stefano Giovannoni, la madia di Piero Lissoni e il tavolo di Italo Rota rappresent­ano allora il legame ideale tra Venezia e la Cina nella ri-creazione di «una vera e propria chinoiseri­e contempora­nea».

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