Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
In Arena esplode «La febbre del sabato sera»
Domani lo show. Insegno: «Che paura. Spero che tutto vada bene»
«Ho amato talmente tanto il film che ho avuto voglia di portare anche il cinema dentro il musical». Quarant’anni dopo l’uscita della pellicola con John Travolta e Karen Lynn Gorney, l’Arena di Verona ha deciso di festeggiarne l’anniversario con una festa a cielo aperto, portando domani all’anfiteatro la disco music degli anni Settanta con il musical La febbre del sabato sera (ore 21, info www.eventiverona.it). A parlarcene è il regista, Claudio Insegno. Che allestimento ha pensato per La febbre del sabato sera in Arena?
«Ho mescolato un po’ le cose. L’allestimento è più cinematografico che teatrale grazie ad un ledwall su cui viene proiettato New York e gli interni delle scene. Vedere gli attori recitarci davanti è come se il film prendesse vita. La trama è quella del lungometraggio, alleggerita della parte più drammatica come suggerito dagli americani, visto che comunque è uno spettacolo di teatro musicale adatto a ogni età». Che cosa l’ha fatta innamorare del film?
«Mi sono innamorato delle canzoni dei Bee Gees che hanno portato grande innovazione alla musica degli anni Settanta e da discoteca. Poi
impazzivo per John Travolta, un fascino unico: simpatico, bello e bravo. Non dimentichiamoci che nel ‘77 il film era una vera novità, una storia così non era mai stata portata sullo schermo». L’adattamento in italiano riguarderà solo i dialoghi o anche le canzoni?
«Le canzoni sono rimaste in inglese. Non volevo distruggere l’atmosfera originale. Il libretto, i dialoghi, quelli sono tradotti». Il personaggio che ama di più?
«Il mio preferito è proprio Bobby. In un certo senso è l’eroe del musical, mi piace il suo modo di affrontare la vita e, nonostante perda, ci si affeziona perché continua ad esistere nel ricordo delle persone che lo circondano». Come ha trovato il suo John Travolta?
«Con molta difficoltà. Abbiamo fatto provini su provini a Roma e Milano, una volta scritturato Giuseppe Verzicco, abbiamo costruito introno a lui il resto del cast». Che aspettative ha per l’Arena?
«Che paura... all’Arena ci entro in ginocchio. Voglio solo che vada tutto bene, non mi aspetto grandi numeri ma che lo spettacolo piaccia».