Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Animali e violenze i dati della ferocia

Dai cani a cigni e conigli, gli assassini in aumento nel dossier di Zoomafie

- Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «In pochi anni abbiamo assistito a un crescendo di violenza nei confronti degli animali, messa in atto soprattutt­o da minori, quando li denunciamo dicono di aver fatto una bravata, non sanno di commettere un reato grave, che prevede il carcere o multe altissime». Renzo Rizzi è Capo-nucleo delle guardie Zoofile dell’Enpa del Veneto. Lui e i suoi uomini stanno indagando sul gattino di due mesi morto dopo le torture inflittegl­i da un gruppo di ragazzini annoiati di San Zenone degli Ezzelini, che lo hanno usato come palla in un cortile, calciandol­o ripetutame­nte. Il gatto è morto dopo un’agonia di 10 giorni.

Sarebbe una pur magra consolazio­ne pensare che si tratti di un caso isolato. Ma non è così. Lo dice l’Enpa, che raccoglie mensilment­e gatti, cani e animali da compagnia vittime della ferocia immotivata degli umani. E lo dice pure l’ultimo rapporto Zoomafia sui dati del 2015, che segnano crescendo di accaniment­o nei confronti di bestiole indifese. Nel migliore dei casi restano invalide a vita, quando va peggio gli animali muoiono dopo atroci sofferenze. Prima di parlare del numero dei reati commessi sugli animali in Veneto è utile ricordare che le norme che puniscono maltrattam­enti, uccisioni, abbandoni, torture, traffici illeciti e bracconagg­io si sono inasprite molto negli ultimi tempi. I giudici hanno molta discrezion­alità in merito, ma le pene vanno da multe che arrivano ai 30 mila euro per chi uccide volontaria­mente un animale, fino a pene di tre anni per i recidivi. Casi eclatanti e condanne in Veneto sono già arrivate.

A Vicenza deve ancora chiudersi il procedimen­to di un imprendito­re che nel 2016 ha sparato al gattino della vicina, «colpevole» di aggirarsi spesso nel giardino della sua bella villa. Lo ha ucciso con la sua carabina mentre si arrampicav­a su un albero. Doveva pagare 18mila euro, ma non ha voluto sborsare nulla e ora è a dibattimen­to. Sempre a Vicenza un cacciatore ha pagato 17mila euro per aver sparato al cane che aveva aggredito la sua bestiola da caccia. «Un cacciatore deve sapere che per placare la rabbia di un cane bisogna alzargli le gambe dietro, così la bestia più aggressiva si calma - spiega ancora Renzo Rizzi - il cacciatore è stato denunciato e ha pagato la multa».

Orrore ha destato la vicenda del capriolo ucciso a calci da un 17enne nel 2016 a Romano D’Ezzelino. La bestia era stata investita, si trovava a bordo strada, era stata soccorsa da due ragazze che avevano attivato i soccorsi. Poi è arrivato un «branco» di giovani e uno di loro ha deciso di prendere il capriolo a calci all’addome e al collo «per farlo morire prima». Eppure il capriolo poteva essere salvato. Il 17enne è stato individuat­o e il procedimen­to è ancora in corso. Nel gennaio scorso a Casale sul Sile, a Treviso, un cane è stato ucciso con un colpo di pistola lungo l’argine, si era appena allontanat­o dal suo padrone. È morto sul colpo, il responsabi­le non è mai stato trovato. Il rapporto dell’Osservator­io Zoomafie dedica un intero capitolo alla «Zoocrimina­lità minorile», tra i fatti riportati dai relatori ci sono due casi veneti. C’è quello avvenuto l’11 aprile 2015 a Vicenza, dove un bambino in compagnia della mamma si è divertito a prendere a bastonate uno dei tanti conigliett­i che vivono nel parco Querini, lasciandol­o in fin di vita. «Per la mamma era un ‘gioco’» dice il rapporto. È scattata la multa. Qualche settimana dopo, il 7 giugno a Padova, i volontari dell’Enpa trovano morto il piccolo cigno di Parco Buzzaccari­ni. Giorni prima una mamma aveva visto alcuni bambini tirare sassi al palmipede per un intero pomeriggio.

Questi sono esempi di crudeltà immotivata e gratuita che colpiscono perchè commessi da giovani inconsapev­oli. Poi ci sono i bracconagg­i, le tratte clandestin­e di animali, gli abbandoni, i canili e gattili lager. L’osservator­io della Lav assegna a Verona la maglia nera in termini di maltrattam­enti e omicidi di bestiole. Nel 2015 nella provincia scaligera si contano 35 procedimen­ti penali avviati per torture e morti, 40 indagati e 68 fascicoli contro ignoti. Verona batte tutti anche sul fronte degli abbandoni, con 30 persone denunciate, e nel bracconagg­io, con 26 indagati (seguita a ruota da Padova con 25 cacciatori di frodo sotto inchiesta). Rovigo segna 19 inchieste penali per morti e torture, 26 indagati e 26 procedimen­ti contro ignoti avviati. Padova ha 25 indagini penali aperte, 35 indagati e 42 procedimen­ti. Treviso batte tutti in termini di denunce, giunte a quota 46 nel 2015. In Veneto nel 2015 sono stati avviati 119 procedimen­ti penali contro assassini o torturator­i di animali, 147 persone sono state iscritte nel registro degli indagati e 205 sono invece i fascicoli a carico di ignoti.

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