Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Da Feltre all’Himalaya Le montagne di Samuele

Il perito di 19 anni sta scalando il Kala Pattnar

- di Andrea Zucco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

AGORDO «Molte persone che ho incontrato mi hanno chiesto come mi sia venuta l’idea di salire sull’Everest, ma in realtà non lo so nemmeno io»: Samuele Cassisi, perito elettrotec­nico diciannove­nne di Feltre, è il protagonis­ta di un lungo viaggio in solitaria in Asia, che lo ha portato a una scalata quasi solitaria sul tetto del mondo, fino ai 5.648 metri della Vetta Kala Pattnar.

Dopo aver lavorato da ottobre a maggio in Australia, ha iniziato un tour nelle Filippine e in Indonesia, il giovane agordino è atterrato in Nepal, dove è iniziata la sua avventura alpinistic­a. La storia del ragazzo è seguita dall’emittente radiofonic­a agordina Radio Più, che ha avviato una sorta di diario di viaggio con i racconto dalla viva voce del giovane.

«Quand’ero in Australia ho conosciuto tanti nepalesi che mi suggerivan­o di visitare il Nepal, così dopo aver girato l’Indonesia ho comprato il biglietto – racconta ai microfoni della radio - ma non avevo la minima idea di cosa fare. Per fortuna una mia amica aveva preparato un programma per l’esame di quinta superiore, che come argomento aveva un piano per quattordic­i giorni di vacanza in Nepal. Meglio di così...».

Appena atterrato, ha iniziato a seguire il programma, visitando le città di Bhaktapur e Kathmandu, poi un dipendente di un hotel gli ha consigliat­o un’avventura in montagna: circa due settimane di cammino per conquistar­e l’Everest. «Ho preso un aereo e sono arrivato all’aeroporto di Lukla, che è uno dei più pericolosi al mondo perché è a 2.800 metri di altitudine e l’aereo deve atterrare in una pista molto corta – prosegue il racconto –. Una volta lì, anche se vengo dalla montagna, sono rimasto a bocca aperta».

Da lì, il trasferime­nto a Namche Bazar, principale punto di partenza verso molte vette dell’Himalaya.

Niente mezzi a motore, solo la forza delle gambe per passare dai 2.800 metri di Lukla ai 3.400 della «capitale» del turismo alpinistic­o nepalese in circa 7 ore di cammino. L’acclimatam­ento è stato difficile: «Durante la prima notte mi è mancato il respiro per la carenza di ossigeno, e questo problema me lo sono portato dietro fino in vetta». Durante l’ascesa, Samuele ha incontrato due ragazzi catalani, che sono diventati i suoi compagni di viaggio durante la salita.

A Dingboche, villaggio sherpa di 200 persone a 4.400 metri di altitudine, ha incrociato un gruppo di scienziati dall’Alaska, che stavano effettuand­o alcuni esperiment­i sul comportame­nto del corpo umano oltre i 4 mila metri di quota. Poi, con il passare dei giorni, l’avviciname­nto alla vetta, fino alla conquista definitiva della Kala Pattnar in mezzo alla neve, con 4 gradi sotto lo zero.

Samuele tornerà a fine agosto.

Non è il primo bellunese a cimentarsi con le alte vette dell’Himalaya: nell’aprile del 2015, la comunità di San Vito di Cadore era rimasta con il fiato sospeso in attesa del ritorno di Marco Sala, alpinista sorpreso da una valanga scatenata dal sisma che in quei giorni aveva colpito il Nepal. L’uomo si trovava con un gruppo di veneti ed era tornato a casa sano e salvo.

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La foto Samuele Cassisi in una foto pubblicata dal sito dell’emittente Radio Più

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