Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il ritorno a Cortina delle 101 auto in gara per la Coppa d’Oro

- A. Zuc. Fe. Fa. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CORTINA D’AMPEZZO Si chiuderà questa mattina con la premiazion­e dei vincitori nella Conchiglia di Corso Italia la «Coppa d’Oro delle Dolomiti», storica corsa di auto d’epoca nata nel 1947 e arrivata quest’anno a spegnere le 70 candeline. Sono 101 le auto partecipan­ti, costruite tra il 1925 e il 1967. Venerdì, la prima tappa aveva portato il rombo dei motori sul passo Falzarego, per poi proseguire verso il Pordoi, discendere tutta la val di Fassa, sbarcare in primiero attraverso il passo Rolle, attraversa­re tutta la Valbelluna, con tanto di passerella in piazza dei Martiri a Belluno: un omaggio non causale, dato che in centro c’è la sede storica dell’Aci in cui l’allora presidente Ferruccio Gidoni organizzò la prima edizione. Venerdì le auto hanno risalito l’Alemagna fino a Tai e deviato verso Auronzo e Misurina prima del rientro a Cortina per il passo Cimabanche. Ieri il ritorno a Cortina dopo aver affrontato il passo Giau, il Fedaia, il Sella e il Gardena, per poi risalire la val Badia, raggiunger­e Dobbiaco - passando per il passo Furcia - e infine tornare a Cortina per Misurina e il passo Tre Croci. Le prime auto sono arrivate in paese intorno alle 16.30 di ieri. Questa mattina alle 11.30, si terranno le premiazion­i nella Conchiglia e la cerimonia di chiusura. Per celebrare la settantesi­ma edizione della manifestaz­ione cortinese, da Corso Italia sono partite auto da 15 Paesi del mondo. Lungo il percorso di gara, si sono visti auto con il marchio Ferrari, Bentley, Aston Martin, Porsche e Jaguar e gloriose vetture Alfa Romeo, Fiat, Volvo e Mercedes. La più antica in gara era la Bentley 3 Litre Speed di Luca Patron, costruita nel lontano 1925. L’evento, patrocinat­o dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Regione, dalla Provincia di Belluno, dal Comune di Cortina, da «Cortina Dolomiti» e dalla Fondazione «Nicola Irti», ha suscitato l’interesse di diversi piloti piuttosto conosciuti nel circuito delle gare storiche. C’erano Giovanni Moceri (campione uscente, su Fiat 508 C del 1939), Giuliano Canè (plurivinci­tore della corsa, in gara su Lancia Aprilia del 1938) e Fabrizio Giugiaro, presidente di Giugiaro Architettu­ra e figlio del designer Giorgetto Giugiaro (in gara con una Mangusta De Tomaso, la più giovane tra quelle in gara). Al suo fianco, il navigatore Guido Dalla Rosa Prati, campione italiano di volo a vela. Alessandro e Sebastiano Marzotto, eredi dell’omonima casata imprendito­riale e automobili­stica che fa parte degli ospiti storici della manifestaz­ione, hanno gareggiato su una Lancia Lambda Tipo 221 Spider Casaro del 1929. Le prime auto erano arrivate a Cortina a metà di questa settimana, per effettuare le prove del giovedì. Ed è stato così che la Conca si è trasformat­a in un grande museo dell’auto a cielo aperto. In attesa della gara e dei rombi di motori dal suono antico e storico. Che per tre giorni hanno incantato anche le vette.

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