Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bpvi, chiusa l’inchiesta sul crac
Sette ex manager indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. I pm: «Un sistema di inganni»
VICENZA Crac Bpvi, la procura di Vicenza chiude le indagini sul primo filone che riguarda l’aggiotaggio e l’ostacolo alla vigilanza nella gestione dell’ex Popolare. Avvisi di garanzia all’ex presidente Gianni Zonin e ad altri sei ex dirigenti. Nei guai anche l’istituto di credito. I pm: «Ecco come mentirono sulla banca». Ma le difese controbattono: «Innocenti, pronti a chiarire ogni aspetto della vicenda».
La procura berica uscì allo scoperto nel settembre del 2015, ordinando la perquisizione della sede centrale della Banca Popolare di Vicenza. Emerse così l’apertura di un’inchiesta sul crollo del valore delle azioni dell’istituto di credito.
Dodici gli indagati, ma solo otto compaiono nel primo troncone dell’inchiesta, chiuso ieri. Si tratta dell’ex presidente Gianni Zonin, dell’ex direttore generale Samuele Sorato, dei tre vice-dg Andrea Piazzetta, Paolo Marin ed Emanuele Giustini, dell’ex componente del Cda Massimo Zigliotto e del dirigente che si occupava di redigere i documenti contabili, Massimiliano Pellegrini. A loro si aggiunge la stessa Bpvi.
Gli altri indagati: gli ex del Cda Roberto Zuccato e Franco Miranda, l’ex consigliera Giovanna Dossena e l’ex vicepresidente Andrea Monorchio VICENZA Due anni di perquisizioni, interrogatori, intercettazioni. Due anni scanditi dalle grida degli ex soci che chiedono giustizia. E alla fine, ieri pomeriggio, la procura ha chiuso l’inchiesta (almeno il troncone principale) sul crac che ha messo in ginocchio la Banca Popolare di Vicenza.
Otto gli indagati di questa prima tranche — inizialmente erano dodici, ma gli altri filoni si chiuderanno in autunno — compresi l’ex presidentissimo Gianni Zonin, l’ex direttore generale Samuele Sorato, e la Banca stessa. Tutti, accusati di aver messo in piedi un castello di menzogne, notizie false e operazioni baciate, che aveva come unico obiettivo quello di fare apparire l’istituto di credito per ciò che non era: una realtà solida, un porto sicuro per gli investitori.
Le accuse
Nell’avviso di chiusura delle indagini, i pm Luigi Salvadori e