Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Protagonisti
A destra, una foto sorridente di Elisa P., la donna oggi 47enne che da 12 anni è ricoverata in stato vegetativo in una clinica di Mestre
(Errebi). A sinistra Amato De Monte, primario di anestesia e rianimazione all’ospedale di Udine: fu l’ultimo medico di Eluana. famiglie che soffrono come la mia». Una porta si è già aperta a Udine, ed è quella di De Monte.
Dottore, come avete trattato il caso di Eluana?
«Non era stata eutanasia o staccare la spina, come erroneamente qualcuno diceva, ma interruzione delle cure. Veniva chiesto che il protocollo della Corte d’appello di Milano fosse attuato e che fosse garantita assistenza medica per la dignità dell’accudimento di Eluana in una struttura individuata dalla famiglia. Dal punto di vista giuridico per me era un percorso completo, dovevo obbedire ad un dispositivo di legge. Ero tranquillo pur con i dovuti distinguo emotivi ed etici, il medico deve mettersi a servizio del paziente anche nella fase delicata del fine vita. Per la donna si stava configurando accanimento terapeutico. Per 17 anni le erano state somministrate cure senza alcun beneficio. Anzi, al momento dell’autopsia, abbiamo visto che i suoi polmoni a seguito di infezioni si erano letteralmente pietrificati, ossificati. Anche per questo la morte è avvenuta