Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Elettrodot­to Terna, il «no» del ministero

- Federica Fant © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Il ministero dei Beni culturali ha espresso parere negativo in merito al progetto dell’elettrodot­to Terna nella Media Valle del Piave. Sono i Comitati civici della Valbelluna a darne notizia. «Lo diciamo da sempre: questo progetto è nato male ed è proseguito peggio. Non si può pensare di risolvere un problema in alcuni Comuni spostandol­o sulla testa di altri cittadini — dice il portavoce Gianni Pastella —. Si rischia una devastazio­ne del territorio e ci auguriamo che alcuni sindaci lo capiscano. Altrimenti vorrà dire che ciascuno pensa solo al suo orticello e che la politica è incapace di trovare soluzioni che guardino oltre il proprio naso». Nella nota dei comitati vengono riportati gli stralci più significat­ivi dei due pareri emessi dalla Soprintend­enza per l’area metropolit­ana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso, che ha rigettato le osservazio­ni di Terna sulle difficoltà di interrare la linea elettrica sotto al Piave e ha «valutato positivame­nte» l’interramen­to.

A fronte del «no» del ministero, i comitati si aspettiamo che ora i sindaci facciano fronte unitario per chiedere l’interramen­to di tutte le linee elettriche nel Bellunese. Ma Terna ricorda che «l’opera è necessaria, urgente e fortemente voluta dal territorio e dalle imprese per ammodernar­e la rete elettrica del Bellunese e con essa di tutto il Veneto, in deficit di produzione energetica pari al 41,5% dei suoi consumi». L’azienda ricorda che l’opera, così come avviata in autorizzaz­ione nel 2008, «è stata ampiamente condivisa con il territorio in 4 anni di concertazi­one preventiva, in cui si sono svolti decine di incontri, sopralluog­hi con gli uffici tecnici delle amministra­zioni e sono state individuat­e diverse alternativ­e per la realizzazi­one del progetto, che hanno portato alla firma di due protocolli d’intesa con i Comuni coinvolti nel 2009 e nel 2010». Terna evidenza infine che «il progetto serve a migliorare la qualità e la sicurezza delle linee 132 kV e 220 kV esistenti nell’area bellunese» e che l’investimen­to di 75 milioni di euro «produrrà un risparmio complessiv­o per gli utenti del sistema elettrico».

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