Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Elettrodotto Terna, il «no» del ministero
BELLUNO Il ministero dei Beni culturali ha espresso parere negativo in merito al progetto dell’elettrodotto Terna nella Media Valle del Piave. Sono i Comitati civici della Valbelluna a darne notizia. «Lo diciamo da sempre: questo progetto è nato male ed è proseguito peggio. Non si può pensare di risolvere un problema in alcuni Comuni spostandolo sulla testa di altri cittadini — dice il portavoce Gianni Pastella —. Si rischia una devastazione del territorio e ci auguriamo che alcuni sindaci lo capiscano. Altrimenti vorrà dire che ciascuno pensa solo al suo orticello e che la politica è incapace di trovare soluzioni che guardino oltre il proprio naso». Nella nota dei comitati vengono riportati gli stralci più significativi dei due pareri emessi dalla Soprintendenza per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso, che ha rigettato le osservazioni di Terna sulle difficoltà di interrare la linea elettrica sotto al Piave e ha «valutato positivamente» l’interramento.
A fronte del «no» del ministero, i comitati si aspettiamo che ora i sindaci facciano fronte unitario per chiedere l’interramento di tutte le linee elettriche nel Bellunese. Ma Terna ricorda che «l’opera è necessaria, urgente e fortemente voluta dal territorio e dalle imprese per ammodernare la rete elettrica del Bellunese e con essa di tutto il Veneto, in deficit di produzione energetica pari al 41,5% dei suoi consumi». L’azienda ricorda che l’opera, così come avviata in autorizzazione nel 2008, «è stata ampiamente condivisa con il territorio in 4 anni di concertazione preventiva, in cui si sono svolti decine di incontri, sopralluoghi con gli uffici tecnici delle amministrazioni e sono state individuate diverse alternative per la realizzazione del progetto, che hanno portato alla firma di due protocolli d’intesa con i Comuni coinvolti nel 2009 e nel 2010». Terna evidenza infine che «il progetto serve a migliorare la qualità e la sicurezza delle linee 132 kV e 220 kV esistenti nell’area bellunese» e che l’investimento di 75 milioni di euro «produrrà un risparmio complessivo per gli utenti del sistema elettrico».