Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
FEDERICA LADY NORDEST
Per Federica Pellegrini, il terzo oro mondiale nei 200 stile libero ovvero la settima medaglia iridata consecutiva (record assoluto, una campionessa infinita ) oltre a chiudere un cerchio agonistico ne apre un altro sotto il profilo umano. Un cerchio magico che rimanda alla «venetitudine» applicata non solo allo sport ma anche alla vita.
Parliamo di Dna che a Nordest forgia talenti fuori dal coro. E campioni all’ennesima potenza. Come Alessandro Del Piero e Roberto Baggio ad esempio, fuoriclasse in campo e nel post partita, atleti che ieri facevano la differenza in campo con i tacchetti ai piedi e oggi continuano a farla con i capelli grigi nella società. Alex e Roby vincenti, per sempre.
Nel caso di Lady Nordest, ecco il valore aggiunto della «femminilità». In vasca, da Montreal 2005 a Budapest 2017, quello di Federica è un tabellino di marcia impressionante: sette finali nei 200 stile libero e sette medaglie di cui tre d’oro (con il record del mondo a Roma), tre d’argento e una di bronzo. E adesso, nel suo futuro, la sfida dei 100 stile libero: un’altra, l’ennesima.
Ma esiste anche il pre e post vasca. E in tale dimensione, Federica Pellegrini si è rivelata donna totale, nel solco di quel matriarcato tutto Veneto che storicamente è capace di prove strabilianti ma anche di improvvisi stop, vittorie e disfatte. Un’altalena dal sapore agrodolce ma vero, reale. Non a caso, dopo la notte nera di Rio de Janeiro, Nostra signora del nuoto, certo, ha vissuto tempi cupi.
Dalle voci di ritiro ai tanti gossip fino al futuro incerto, ha vissuto un anno borderline, sospeso fra il dire e il fare, la verità e le menzogne. Ma si è rimessa in gioco in modo ferreo. E in silenzio, bracciata dopo bracciata, allenamento dopo allenamento, ha (ri)costruito, forgiandola, una personalità già istintivamente vocata alla vittoria. Che persino nel migliore dei casi, può nascere da una cocente sconfitta e allora acquista una sapore unico. “Ora posso dire di essere in pace”… Queste parole, dopo l’incredibile rimonta nella gara dei 200 stile libero e il podio di Budapest, dimostrano tutto il capitale umano di Federica. E’ il concetto di pace come metafora della sua carriera di nuotatrice. Che ha costruito ostinatamente dopo mille battaglie e ora, a ventinove anni, le consente di pianificare il calendario serenamente. La prova di Fede in Ungheria rimanda all’eccellenza made in Veneto: si è simboli se si è credibili. E Lady Nord Est è molto credibile in tutto quello che fa. Anche nelle marachelle, persino a margine delle cronache rosa che ciclicamente la riguardano. Femminilità pura, dallo stile al glam fino alle campagne pubblicitarie, la Pellegrini è un ‘brand’ vincente in Italia e nel mondo, perchè risulta vera(ce). E’ figlia di quel Nord Est capace di creare una donna totale, senza additivi di maniera o edulcoranti di facciata, capace di atti più che solidali verso il Prossimo come di invettive che non fanno prigionieri in piscina e nella vita. In arte, ecco la Fede. Nel nuoto e nella vita.