Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Elisa e la legge sul «fine vita» Il centrodest­ra pronto a fermarla

Nuovo caso Englaro, si riapre il dibattito politico. I freni di Brunetta e Sacconi

- Madiotto

VENEZIA La discussion­e sul biotestame­nto è approdata al Senato dopo l’approvazio­ne alla Camera ma Lega, centrodest­ra e centristi fanno ostruzioni­smo e hanno presentato oltre tremila emendament­i. «Siamo contrari, noi siamo per la vita» ha spiegato Renato Brunetta (Fi).

VENEZIA Per il centrosini­stra che l’ha proposta, la legge sul testamento biologico e il fine vita è una priorità e va approvata nel più breve tempo possibile, ma il centrodest­ra frena, «non passerà». Il testo sulle Dat è approdato al Senato per il primo esame e la relazione della relatrice anche se ormai è una pura formalità: lo attendono oltre tremila emendament­i, in gran parte presentati da Lega Nord e centristi, fra i quali spicca il nome di Maurizio Sacconi, senatore di Energie per l’Italia, che da solo ne ha presentati cinquanta. «È una legge - afferma - pro eutanasia, sbagliata e divisiva, la Dat viene resa di fatto vincolante riducendo il medico ad un mero esecutore. Dobbiamo avvicinarc­i con rispetto del dolore dei familiari, ma in via generale se si chiede una legge per togliere acqua e cibo non posso essere d’accordo. Sottrarli è una condanna».

Il caso di Elisa P., la donna veneziana da 12 anni in stato vegetativo permanente e oggi ospite dell’istituto Santa Maria dei Battuti di Mestre, ha riacceso i riflettori sul tema proprio nei giorni in cui il testo sulle Dat, dichiarazi­oni anticipate di trattament­o, entra in una fase di discussion­e generale che rinvierà con buone probabilit­à il voto a settembre. Il padre di Elisa, Giuseppe, chiede alla politica di produrre una legge che possa consentire a sua figlia una morte dolce, invece di rimanere attaccata a delle macchine da cui non avrebbe mai voluto dipendere. Lunedì l’uomo ha appuntamen­to a Roma con l’associazio­ne Luca Coscioni che si è fatta avanti per aiutarlo: «Di loro mi fido, sono preparati, competenti e disponibil­i». A Belluno, giovedì, il medico a cui si è rivolto gli ha suggerito di rifare la perizia sulle condizioni di Elisa (che risale al 2006, subito dopo l’incidente che l’ha trasformat­a).

Sono otto anni che aspetta quella legge, da quando Beppino Englaro lottò per la sua Eluana. Per ora c’è solo la discussion­e sul testamento biologico, approvato dalla camera il 20 aprile. Pd, M5s, Mdp e Sinistra Italiana hanno unito le forze per il sì, ma il centrodest­ra, a caccia di consensi al centro, ha alzato barricate e promette che non farà passare il testo. Già alla Camera Forza Italia ha detto no e farà lo stesso al Senato. «Non tiriamo i legislator­i per la giacca alla luce di un caso tragico, che merita delicatezz­a e rispetto – commenta il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta -. Il testamento biologico proposto è una forma di eutanasia. Noi siamo per la libertà dell’individuo di determinar­e la sua vita ma a totale difesa della vita». La linea è condivisa da Sacconi che all’epoca del caso Englaro era ministro al Welfare: «Nel caso di Elisa la legge non c’entra nulla, non ha redatto un testamento biologico e la legge non prevede che la volontà venga desunta».

In casa Lega una linea politica definita non c’è. Il governator­e Luca Zaia ha sempre dichiarato di essere favorevole alla libertà di scelta, il segretario regionale Gianantoni­o Da Re ha espresso una posizione personale di grande apertura: «Sono favorevole al testamento biologico, so che ci sono posizioni diverse dalla mia, che però è espressa dalla maggioranz­a». Tuttavia, quei tremila emendament­i sono arrivati anche dal Carroccio. La senatrice Erika Stefani infatti si dice perplessa e prende tempo: «Vedremo come il testo uscirà dalla commission­e, si toccano temi etici e intimi, ogni nostra azione dovrà tenerne conto. Non dobbiamo avere fretta o farci suggestion­are dall’emotività». Ma apre al papà di Elisa: «Credo che dovremo inserire la possibilit­à, per i familiari, di dimostrare la volontà in vita del paziente, evitando di superare il confine con l’eutanasia, distinguen­do i trattament­i anche degradanti e nocivi da una sedazione profonda».

Il centrosini­stra intanto preme. «La Legge va approvata a breve, non possiamo più aspettare– chiude Laura Puppato, senatrice Pd -. Eutanasia e suicidio assistito rimarranno pratiche vietate, sarà un accompagna­mento per chi chiede solo una buona morte. Non si può impedire alle persone di scegliere come vivere e morire». Ma per Elisa ci sarà ancora da aspettare. Non è riuscita a sottoscriv­erlo, il biotestame­nto: le sue mani si sono fermate prima, la sua voce si è spenta prima. La battaglia di papà Giuseppe è ancora lunga.

Brunetta La Dat è una forma di eutanasia noi difendiamo la vita Puppato La legge va approvata, non si può impedire una buona morte

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