Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pd, bufera sull’ex segretario portavoce del sindaco a cinquemila euro al mese
Cinquemila euro al mese, cifra a cui dovranno essere tolti i contributi previdenziali. È la paga dell’ex segretario provinciale di Padova del Pd diventato nuovo portavoce del sindaco Giordani. La paga ha scatenato le opposizioni, Lega e grillini in particolare, ma ha sollevato polemiche anche all’interno del partito: tra i consiglieri c’è chi chiede il dimezzamento.
PADOVA «Quello che farò, se dovessimo vincere le elezioni, non m’interessa e penso non interessi a nessuno. Potrei anche lasciare la politica. Perché, nella vita, cambiare è bello». Un mese e mezzo fa, tra il primo turno e il ballottaggio delle amministrative, Massimo Bettin parlava così.
Ma quella di «lasciare la politica», alla luce di quanto successo in questi giorni, era soltanto un’ipotesi fantasiosa. Dato che il 31enne Bettin, diplomato al liceo scientifico Tito Lucrezio Caro di Cittadella, responsabile regionale delle politiche giovanili della Cgil dal 2008 al 2010, consigliere del Pd in Comune a Padova nella scorsa legislatura e segretario provinciale dem dal 2013 fino a due settimane fa (quando, evidentemente non a caso, si è dimesso), è stato appena assunto come portavoce del nuovo sindaco della città del Santo, l’imprenditore Sergio Giordani. Va subito ricordato che Bettin, bersaniano convertito sulla via del renzismo, è stato uno dei principali artefici non solo della caduta anticipata (tramite sfiducia davanti a un notaio) dell’ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci, ma pure della candidatura a sindaco di Giordani, già presidente dell’Interporto. Ed era quindi scontato che, nel suo staff, il neo inquilino numero uno di Palazzo Moroni trovasse spazio per chi, forse più di ogni altro, gli era stato a fianco prima e durante una campagna elettorale lunga e faticosa.
A far discutere però, in particolare nel Pd e nella variegata maggioranza che governa la città da poco più di un mese, è l’ammontare dello stipendio di Bettin: l’ex segretario provinciale dem, fino al termine del mandato di Giordani, costerà infatti alle casse del Comune circa 82.500 euro all’anno e sarà retribuito con 5mila euro lordi al mese. «Non vedo quale sia lo scandalo – taglia corto lui, mentre sui social impazza la polemica – Quello di portavoce è un lavoro che di fatto mi tiene occupato 24 ore su 24 per sette giorni su sette. E l’entità del mio stipendio è perfettamente in linea con quella di chi ha svolto il mio stesso compito con i sindaci precedenti». Ma molti suoi compagni di partito, a cominciare dall’ex capogruppo in Municipio Umberto Zampieri, la pensano in maniera un po’ diversa: «Siamo di fronte a un fattaccio che non trova nessuna giustificazione, soprattutto sul piano dei titoli di studio e del curriculum, pressoché inesistenti. Un atto così sciagurato – rincara Zampieri – rappresenta un vero e proprio schiaffo ai tanti giovani che cercano lavoro e alle tante persone che stanno pagando le conseguenze della crisi. Spero che si tratti di uno scivolone estivo e che il sindaco Giordani vi ponga presto rimedio, abbassando almeno del 50% la retribuzione di Bettin e portandola a cifre normali». Per la cronaca, lo stipendio del neo portavoce supera di quasi 500 euro quello del vicesindaco Arturo Lorenzoni (Coalizione Civica) e di circa 1.500 quello degli assessori. «Dal rischio cassa integrazione a 5mila euro lordi al mese, complimenti!», ironizza Nona Evghenie, già membro dell’assemblea nazionale del Pd. «Si chiama meritocrazia», punzecchia, laconica, l’ex consigliera comunale dem Paola Lincetto. «Avremmo preferito maggiore sobrietà e collegialità nel conferimento di certi incarichi», osservano da Mdp, in testa l’europarlamentare Flavio Zanonato e il consigliere regionale Piero Ruzzante.
E l’opposizione, a parte quella interna, che dice? «Siamo davanti a un record – sorride Matteo Cavatton, capogruppo di Bitonci Sindaco a Palazzo Moroni – Bettin è infatti la badante più pagata d’Italia. Esprimo solidarietà ai giornalisti, che forse sarebbero più indicati per il ruolo di portavoce, e a tutti i 30enni che hanno prima studiato e poi, nei casi più fortunati, trovato un lavoro: forse era meglio che impiegassero il loro tempo nella segreteria del Pd». E Simone Borile, portavoce dei grillini padovani, chiosa: «Mi sa che qualcuno, in Comune, ha preso un colpo di sole. Urge una bella vacanza».