Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Stati vegetativi la cura costa fino a 150 mila euro l’anno

- Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Hanno bisogno di tutto, di macchinari e cannule per respirare e per controllar­e le funzioni biologiche e vitali, di sondini per l’alimentazi­one, di sostegno per l’igiene e la cura di un corpo che non si muove e non risponde ad alcuna sollecitaz­ione esterna. Ma anche i loro cari, le mamme e papà, i figli, i fratelli e i nonni hanno bisogno di aiuto e per sostenerli ci sono equipe di psicologi.

La condizione di «non vita» - per usare le parole del papà di Elisa, la quarantase­ienne che da quasi dodici anni è in stato vegetativo e da due si trova presso Santa Maria dei Battuti a Mestre, in un’ala della casa di riposo che può ospitare quattro persone - ha bisogno di tante, tantissime, attenzioni e sostegni. E i costi non sono indifferen­ti.

Un recente studio, commission­ato dal ministero della Salute e coordinato dalla dottoressa Matilde Leonardi, ha fotografat­o la situazione di undici regioni italiane (Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto) e ha calcolato che ogni anno, solo in questi territori, vengono spesi quasi 47 milioni e mezzo di euro tra la cosiddetta fase acuta di ospedalizz­azione, transiti in reparti di riabilitaz­ione e assistenza nel lungo periodo di chi si trova in stato vegetativo, che sia esso persistent­e, permanente o (ma i casi sono pochissimi) temporaneo. Analizzand­o i capitoli di spesa, si scopre che dei 47 milioni, quasi 26 sono destinati alle tante «Elise» d’Italia, a quegli uomini e donne per cui, ormai, non c’è più nulla da fare sul fronte squisitame­nte clinico.

Calcolatri­ce alla mano, il progetto ministeria­le «Incarico» ci spiega che per gli assistiti la spesa si attesta sui 147 mila l’euro l’anno tra fase acuta e di dismission­e. Una cifra che scende a 64 mila euro nei reparti come quello di Santa Maria dei Battuti. Si tratta per lo più di fondi regionali: lo Stato mette all’incirca il 20 per cento del fabbisogno finanziari­o.

Non sono però molte le strutture dotate di personale medico, infermieri­stico e socio-sanitario e di quella strumentaz­ione necessaria alla cura di chi, da certificaz­ione delle Usl, non si risveglier­à mai più. In Veneto i posti letto sono 180, gli ultimi 16 creati nel 2015 e altri 18 pronti ma ancora non utilizzati, a Vicenza.

I letti tuttavia non bastano, tante sono le domande di accoglienz­a in centri specializz­ati dopo incidenti stradali, com’è successo a Elisa, o dopo un ictus (è il caso della compagna di stanza della donna mestrina) o altre gravi patologie tant’è che moltissime famiglie attrezzano la propria casa per potersi prendere cura del parente ammalato: succede nel 71,4 per cento dei casi in Veneto contro il 44,4 dell’Emilia Romagna e il 33,3 del Piemonte.

In ogni provincia esistono reparti come quello di Mestre e i posti letto nelle Residenze sanitarie assistenzi­ali (Rsa) sono 81 di cui 46 nel Padovano, 16 nel Trevigiano, 10 nel Vicentino, 5 nel Veronese e 4 nel Veneziano. Gli altri 99 posti letto sono divisi tra unità di recupero postospeda­liere e altre residenze accreditat­e.

È da poco più di un decennio che le Rsa si occupano di stati vegetativi, da quando cioè la Regione Veneto ha recepito le direttive statali che segnalavan­o come gli ospedali non fossero la sede adeguata per questo tipo di cura e che, tra l’altro, i costi risultavan­o troppo elevati.

Nell’ultimo anno, alcuni consiglier­i regionali hanno iniziato ad interessar­si del problema, a mappare le strutture e cercare di capire se sono sufficient­i a coprire la domanda. «Al di là del caso di Elisa e delle questioni etiche che si aprono quando si affronta il problema della vita in stato vegetativo - spiega Bruno Pigozzo, consiglier­e del Pd -, per far fronte a casi così dolorosi e dare le migliori risposte possibili alle famiglie è necessario investire in nuovi posti letto e centri attrezzati, oggi c’è molta carenza e per questo sollecitia­mo la Regione a farsene carico».

A gennaio, l’assessore alla Programmaz­ione sanitaria Luca Coletto ha fatto sapere che le Usl di Belluno, Vicenza e Verona stanno lavorando per realizzare altri 42 posti letto, 10 tra Feltre e Belluno, 12 nel Vicentino e il resto in territorio scaligero. In Veneto, attualment­e, la spesa pubblica è di 11 milioni e mezzo e, quando i nuovi posti saranno pronti, arriverà a quasi 14 milioni di euro l’anno.

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A sinistra, una foto di Elisa P., la donna oggi 47enne che da 12 anni è in stato vegetativo a Mestre. Il padre chiede di darle un fine vita dignitoso.

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