Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Non fu omicidio»: in archivio l’inchiesta sull’uomo morto nel fosso

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TREVISO Nessun responsabi­le per la morte di Stefano Toninato, la procura chiede l’archiviazi­one dell’indagine per omicidio. Il corpo dell’uomo, 52enne e con problemi di tossicodip­endenza, era stato rinvenuto all’alba del 20 marzo scorso nel fosso che costeggia viale Felissent, di fronte a Villa Margherita. Immediata era scattata l’indagine della squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Giulio Caprarola, che aveva ipotizzato il reato di omicidio per accertare se fosse stato ucciso e gettato nel canale, se fosse stato vittima di un pirata della strada o se vi fosse caduto per cause accidental­i. Per questo la procura aveva disposto l’autopsia, effettuata dal dottor Alberto Furlanetto, che aveva accertato quale causa della morte un’in- sufficienz­a respirator­ia che gli aveva provocato il malore in seguito al quale, probabilme­nte già privo di coscienza, era caduto nel fossato.

Quando è stato trovato, Toninato aveva il volto sommerso dall’acqua ma non è morto annegato, come ha confermato la scarsa quantità di acqua nei polmoni. Il corpo non presentava traumi o contusioni e per questo è stata esclusa anche l’ipotesi dell’investimen­to. Gli inquirenti si sono allora concentrat­i sugli esami tossicolog­ici e sulle frequentaz­ioni di Toninato, per escludere che potesse essere vittima di overdose e si potesse quindi ipotizzare una morte in conseguenz­a di altro reato a carico di chi gli aveva fornito la droga. Ma le indagini hanno portato a escludere anche questa ultima ipotesi.

Le piste scartate Si era valutato il delitto ma anche il pirata: a stroncare il 52enne fu un malore respirator­io

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