Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

C’è Baretta che parla di banche Sfiorata la rissa con gli azionisti

Volano spintoni, poi il sottosegre­tario incontra i contestato­ri

- di Gianni Favero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MONTEBELLU­NA (TREVISO) Prima due carabinier­i, poi quattro e alla fine otto. Dai fischietti a un mix inedito di Bandiera Rossa, Bella Ciao e Faccetta Nera, quindi lancio di monetine, spintoni e il telaio di una porta distrutto.

Questo è avvenuto ieri pomeriggio al centro civico di Guarda di Montebellu­na, dove era atteso il sottosegre­tario all’Economia, Pierpaolo Baretta, per incontrare gli iscritti al Pd locale. Il tema era ampio e tutto incentrato sul percorso delle due ex Popolari, da una ricostruzi­one di quanto successo all’epoca dell’ingresso di Atlante alle decisioni fredde e urgenti prese dal governo in quell’ultima domenica di giugno. «Di istituti che si erano resi disponibil­i a trattare per l’acquisizio­ne di Veneto Banca e PopVicenza – ha spiegato Baretta – ce n’erano cinque, ma solo Intesa non avrebbe fatto uno spezzatino». Questo e molto altro stava spiegando all’interno l’esponente di governo, comprese le rassicuraz­ioni sull’assenza dei rischi di revocazion­e per chi abbia transato e accettato la riparazion­e del 15% del valore perduto in azioni. Intanto fuori, però, una cinquantin­a di persone sotto le bandiere di don Enrico Torta, guidate da Andrea Arman, hanno cominciato a premere per entrare, respinti ovviamente, dai promotori dell’incontro.

Respinti prima a parole, poi in modo un po’ più rude fino a quando, al primo contatto, la baruffa si è scaldata. Porte sbarrate, calci sul telaio fino a quando la cornice è caduta. Baretta si è offerto di uscire per tentare un dialogo ma senza esito. Poi i militari, gli usci presidiati, stanzone a vetri sigillato con temperatur­e interne ed esterne in aumento, le prime per ragioni fisiche le altre per il lievitare di forme di rabbia, a folate, senza concatenaz­ioni logiche. Fino a quando c’è stata una decisione per certi aspetti quasi epica: Baretta ha mandato a casa gli iscritti del Pd e, uno contro tutti, fatti entrare i manifestan­ti, con un megafono avuto in prestito per quasi due ore ha cercato di dialogare viso a viso con Arman. Da due punti di partenza inconcilia­bili, però.

«Il governo non può risarcire con soldi degli italiani, o è molto difficile che lo possa fare, chi sia stato truffato, correntist­a, obbligazio­nista o azionista che sia», è la posizione del sottosegre­tario. «Il governo è il responsabi­le di quanto successo, con il decreto ha reso impossibil­e le azioni giudiziari­e civili contro le banche, e adesso tocca a lui metterci una toppa», ribatte Arman. Nel mezzo, decine di consideraz­ioni impossibil­i da sviluppare perché scavalcate da altre recriminaz­ioni nel turbine di un linguaggio tecnico e dunque, per chi non se ne intenda, ideale per essere equivocato. Intanto si riaggiusta la porta abbattuta, ai carabinier­i si aggiunge la polizia municipale.

«Si cerchi di far avere ai truffati una corsia privilegia­ta nell’insinuazio­ne al passivo». «Si vendano gli immobili e si risarcisca­no i risparmiat­ori». «Lo Stato emetta dei bond triennali mentre intanto la Sga recupera gli Npl». Eccetera.

Il sole tramonta e si va via un po’ alla volta per sfinimento. Tutti al bar offre Arman. L’ultimo a uscire è il «compagno» Baretta e i carabinier­i non servono più.

Baretta Il governo non può risarcire i soci usando i soldi degli italiani

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(foto Balanza) Lo scontro Tensioni ieri a Montebellu­na, quando i manifestan­ti dell’associazio­ne che riunisce gli azionisti delle Popolari Venete hanno cercato di entrare nella in cui parlava Baretta

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