Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Si sblocca la partita di Piazza Borsa Camera di Commercio verso l’addio

L’ente cerca una nuova sede: Appiani in «pole». Fra i progetti un polo commercial­e della moda

- Gianni Favero (ha collaborat­o Mauro Pigozzo)

TREVISO La Camera di Commercio di Treviso Belluno prova ad andarsene da Piazza Borsa. Dopo una discussion­e che si protrae almeno da una decina d’anni e che ha contrappos­to anche a carte bollate il precedente presidente della Cciaa, Nicola Tognana, a quello di Fondazione Cassamarca, Dino De Poli (al quale il predecesso­re di Tognana, Federico Tessari, aveva promesso di acquistare un bel blocco di uffici alla cittadella Appiani, salvo successiva smentita) il caso pare dirigersi a soluzione. Con tutte le riserve imposte dalla circostanz­a, perché ad oggi l’Ente Camerale ha solo pubblicato un bando. «Una procedura dettata dalle norme per gli enti pubblici», precisa Mario Pozza, attuale leader della Cciaa. Bisogna, cioè, raccoglier­e manifestaz­ioni di interesse di soggetti pubblici o privati disponibil­i a cedere alla Cciaa un immobile dotato di precise caratteris­tiche di posizione e dimensione ed a condizioni tali da poter ottenere un via libera ministeria­le. Fra un mese, insomma, si saprà se a concorrere sarà stata solo Fondazione Cassamarca, proprietar­ia dell’ex Appiani, o se qualcun altro, nel circondari­o, sia in grado di offrire a Pozza qualcosa di meglio.

Sulla scelta, ieri, l’assessore Paolo Camolei ha preferito non intervenir­e. Va però detto che da sempre Ca’ Sugana valuta anche utilizzi diversi dell’immobile in centro storico, che si adatta a spazio e espositivo e di accoglienz­a e dunque potrebbe diventare un nuovo punto di attrazione per la città. Tornando al bando, in sintesi la struttura dovrà avere un’estensione da dedicare agli uffici di 10 mila metri quadrati lordi, cioè come quelli oggi in uso, essere vicina alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico e disporre di una cinquantin­a di posti auto coperti e di 100 stalli per biciclette e moto. «Sono i mezzi che occorrono ai nostri dipendenti per venire al lavoro», spiega ancora Pozza. Nulla di più. Poi naturalmen­te vi devono essere impianti i climatizza­zione autonomi, classi energetich­e moderne ed elevate, ascensori e tecnologie di comunicazi­one di ultima generazion­e. In questo modo diventa cioè difficile poter immaginare in città, a portata di bicicletta per i dipendenti che oggi già sono soliti usarla, un posto diverso dall’ex Appiani. Ma non si può mai dire. Intanto alla cittadella delle Istituzion­i è già arrivata l’azienda speciale T2i. Nel vecchio stabile di Piazza Borsa si segnalano in ogni caso traslochi interni. L’Ufficio per le relazioni con il pubblico da piano terra si sposterà di sopra per lasciare l’ufficio al Consorzio di Promozione Turistica e a fine anno arriverà la Curia Mercatorum, oggi ospitata in affitto al Cristallo di Lancenigo. È chiaro che, in caso di buon esito del bando, il palazzo di piazza Borsa – costruito negli anni ‘50 – sarà dismesso. In un recente passato per il volume si era parlato di una trasformaz­ione in albergo o in un maxistore della moda. Prima di un paio d’anni, comunque, la Cciaa rimarrà al suo posto.

Nel frattempo, va avanti la causa civile tra Comune e Fondazione Cassamarca e Appiani. Ieri è apparsa sul sito del Comune la delibera con la quale la giunta ha recentemen­te incaricato un nuovo legale di seguire la partita aperta nel 2013, una causa del valore di 2,6 milioni di euro. Inizialmen­te, la causa era stata seguita all’inizio dall’avvocato Gabriele Pirocchi, che adesso viene sostituito da Antonello Coniglione e Giampaolo De Piazzi dell’avvocatura civica.

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In ballo Sopra, la storica sede della Camera di Commercio, edificio di pregio costruito negli anni ‘50. A lato, le torri della cittadella Appiani
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