Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Piazza Borsa, Cassamarca plaude E De Poli difende i (suoi) conti: «Teatri e università restano uniti»
«Bene ha fatto la Camera di Commercio a pubblicare quel bando. Se vogliono trattare con noi siamo qui. Altrimenti, andremo avanti con la causa». È lapidario Pietro Semenzato che dal consiglio di indirizzo e programmazione di Fondazione dà battaglia alla Camera di Commercio sul trasferimento dell’ente all’Appiani. Dino De Poli, il presidente, è sullo stesso tono. «Non voglio mettere naso in quel bando, certo è che abbiamo perso un sacco di anni. Prima hanno detto di sì, poi hanno cambiato idea. Ci hanno fatto perdere tempo».
È questa la reazione dei vertici di Fondazione Cassamarca alla decisione della Cciaa di andarsene da Piazza Borsa. Dopo una discussione che si protrae almeno da una decina di anni a carte bollate, adesso l’ente camerale ha pubblicato un bando col quale raccoglie manifestazioni di interesse di soggetti pubblici o privati disponibili a cedere alla Cciaa un immobile dotato di precise caratteristiche di posizione e dimensione ed a condizioni tali da poter ottenere un via libera ministeriale.
Da Ca’ Sugana esprime soddisfazione il sindaco, Giovanni Manildo. «Speriamo che lo stallo tra questi due enti si risolva il prima possibile, quando tutto sarà chiarito sarà nostra premura trovare la miglior soluzione urbanistica e di funzioni per quello spazio». La discussione in città, anche su questo punto, dura da anni e tra le altre si era ipotizzato un interesse da parte di Zara, che da tempo cerca uno spazio in centro storico, ma anche di Eataly.
L’altro fronte aperto in Cassamarca è quello dei conti. Stando alla relazione fatta venerdì scorso dal ministero del Tesoro in commissione parlamentare Finanze, si chiede a Fondazione di garantire per i prossimi anni 3,5 milioni di euro all’anno per Università e Teatri e di imparare a camminare senza la «stampella» di Unicredit: i dividendi saranno sempre meno. Senza dimenticare poi la possibilità di vendere immobili di pregio, come l’ex distretto militare – in prima linea c’è Lend Lease, società australiana che vorrebbe renderla sede di Ca’ Foscari – ma c’è anche Ca’ Zenobio. Così commenta De Poli: «I nostri conti sono a posto, il nostro bilancio pure», dice. «Non servirà dividere Teatri e Università. Se non a loro non va bene, si facciano un Ente per conto loro». D’accordo Semenzato: «Hanno parlato tanto per una interrogazione in parlamento dei 5 Stelle. Abbiamo letto quel verbale, il ministero ci elogia per come siamo stati capaci di ridurre i costi».