Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Provincia blinda i suoi dirigenti «E le competenze restano a noi»
Il provvedimento eviterà spostamenti in Regione. Presidenza: sfida fra «vice»
Per la presidenza I due candidati sono Amalia Bogana e Roberto Padrin. Massaro invece si sfila
Spostare il personale su mansioni diverse per non perderlo: questa la strategia della Provincia per evitare la diaspora dei dipendenti verso gli uffici della Regione. Ieri l’approvazione di un’apposita delibera in consiglio provinciale. Tutto il personale, dirigenziale o non dirigenziale, che si occupa di quelle che la legge Delrio indica come funzioni non fondamentali (come turismo, sport, caccia e pesca, energia, difesa del suolo e protezione civile) si occuperà delle funzioni fondamentali rimaste in capo all’ente.
Nella delibera, la Provincia prende atto del fatto che «la dotazione organica degli uffici preposti alle funzioni non fondamentali è stata progressivamente ridotta e depotenziata a seguito di atti unilaterali della Regione Veneto che ha cooptato nelle proprie strutture alcuni dipendenti distaccati presso la Provincia di Belluno proprio per l’esercizio delle funzioni non fondamentali».
In un anno e mezzo, Palazzo Piloni ha perso 22 dipendenti su 67. Così, a causa di «fabbisogni organizzativi improcrastinabili per le strutture preposte alle funzioni fondamentali», i dipendenti impiegati in altre attività suscettibili di trasloco a Venezia sono stati spostati su altre mansioni. In questo modo, la Provincia si è assicurata la possibilità di utilizzarli sulle funzioni (non fondamentali) che dovrebbe gestire in proprio con l’applicazione della legge 25 sulla specificità. Così, quando arriverà il trasferimento delle deleghe, ci saranno anche i tecnici per svolgere il lavoro in autonomia.
Intanto prosegue il dibattito tra sindaci per l’individuazione di un candidato alla presidenza della Provincia che possa mettere d’accordo gli amministratori. Ieri l’Assemblea dei sindaci si è riunita a porte chiuse per trovare un nome adatto. Sfuma il nome di Jacopo Massaro, sindaco di Belluno, secondo il quale la presidenza della Provincia sarebbe troppo onerosa per i sindaci dei Comuni maggiori (anche se il sindaco di Vicenza Achille Variati è addirittura presidente dell’Unione Province italiane). In rampa di lancio per le elezioni del 10 settembre, la sindaca di Alano Amalia Serenella Bogana (vicepresidente facente funzione di presidente) e il sindaco di Longarone Roberto Padrin (già vicepresidente tra il 2014 e il 2016). A Belluno, il gioco è quello sottile della spartizione territoriale e politica degli incarichi, già visto nel 2014, quando i sindaci si misero d’accordo sul nome della socialista cadorina Daniela Larese Filon, ai tempi sindaco di Auronzo. Il centrodestra ha già la presidenza del Consorzio Bim con l’alpagoto Umberto Soccal, mentre i feltrini Adis Zatta e Maria Teresa De Bortoli guidano rispettivamente l’autorità di bacino dei rifiuti e quella dell’acqua.