Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cattolica, i conti fra svalutazioni e dividendo
La semestrale di Cattolica Assicurazioni approvata ieri risente delle svalutazioni derivanti dalle procedure dell’impairment test, per un totale di 67 milioni di euro.
La semestrale di Cattolica Assicurazioni approvata ieri dal consiglio di amministrazione non poteva non risentire delle pesanti svalutazioni derivanti dall’applicazione delle procedure dell’impairment test operate alcuni giorni fa, per un totale di 67 milioni di euro. Nei primi sei mesi dell’anno l’utile netto consolidato è sceso a 8 milioni di euro (-68% rispetto al 30 giugno 2016) e l’utile netto di gruppo a un milione (-94,1%). L’impatto si è sentito anche sul patrimonio consolidato netto, che scende a 2.043 milioni di euro (erano 2.114 al 31 dicembre 2016). Registrano invece una sostanziale tenuta le attività «core» del gruppo assicurativo. La relazione semestrale, secondo il presidente Paolo Bedoni, conferma che Cattolica «è in condizione di affrontare nuove sfide anche in tema di innovazione, mettendo al centro le esigenze di un cliente sempre più attento e selettivo nelle sue scelte». Significative le parole dell’amministratore delegato Alberto Minali: pur a fronte di «alcune svalutazioni non ricorrenti che hanno impattato sul risultato di periodo», il manager ex Generali si dice «consapevole e convinto che la capacità reddituale del Gruppo, conseguente anche alla sua potenza distributiva, la sua solidità finanziaria e la qualità del suo capitale consentiranno a Cattolica di rafforzare la sua posizione sul mercato e di remunerare adeguatamente il capitale investito». Suona come una conferma di una distribuzione del dividendo: si parla di 0,35 euro per azione.
Nel complesso, la raccolta premi del lavoro diretto e indiretto è cresciuta del 3,8%, raggiungendo i 2,6 miliardi di euro. La crescita maggiore si registra nel settore vita, 5,8%, con una raccolta da lavoro diretto di 1,6 miliardi. A trainarla, in particolare, il boom della raccolta nel ramo III (quello delle polizze vita che prevedono un rischio principalmente finanziario, a carico del contraente, ma con potenziali rendimenti maggiori), che cresce del 27,1% anche senza la rete distributiva della Banca Popolare di Vicenza, che veicolava alla clientela anche questi prodotti di Cattolica prima dell’interruzione della partnership. Si conferma più debole la gestione danni, ed in particolare il ramo auto che, nonostante l’aumento del numero dei clienti (incremento di 100mila unità, +3,2%), vede una raccolta sostanzialmente invariata (549 milioni, -0,1%) a testimonianza che «il premio medio risente della fase perdurante di mercato di riduzione delle tariffe», come si legge nella nota informativa diffusa ieri dalla compagnia.
Per quanto riguarda, infine, la gestione finanziaria, il risultato degli investimenti porta 240 milioni di euro (rispetto a 230 del 30 giugno dell’anno scorso), per un ammontare complessivo di 22,2 miliardi. Per il prossimo futuro, «si confermano gli andamenti industriali previsti - continua la nota di Cattolica - per l’esercizio in corso, nonostante il forte perdurare della forte competitività sui prezzi nel ramo danni e gli impatti sulla nuova produzione vita, prevalentemente collegati alla situazione patrimoniale della Bpvi».