Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Operai ricoverati per colpi di calore Lucifero non molla e punta i 40 gradi
Negli ospedali aumentano i numeri degli interventi. Allarme per chi lavora sulla strada e nelle fabbriche
«Lucifero», come annunciato, ha colpito nel segno. Ieri, in tutto il Veneto, persino in montagna nel Bellunese, le temperature sono oscillate tra i 34 e i 36 gradi. E il caldo continuerà ad aumentare, inesorabilmente, almeno fino a domenica. Afa e umidità stanno mettendo ko la nostra regione ma con diversi livelli di criticità. Il picco più alto nel Polesine: ieri Rovigo ha toccato i 39 gradi nel pomeriggio. A Verona erano pochi meno: 37,6. Seguono a stretto giro Vicenza, Padova e Treviso con 37 gradi. La provincia, per così dire, più «fresca» è stata Venezia con 33 gradi, tutto merito della laguna che d’inverno mitiga il freddo e d’estate il caldo. Oggi si replica: i meteorologi prevedono 39 gradi di Rovigo, a Vicenza, Padova e Verona si scende a 38, 37 a Treviso mentre Belluno e Venezia si fermano, rispettivamente, a 36 e 34.
È un caldo umido, che toglie il fiato e dà affanno. Non una novità per il Veneto ma con temperature così elevate il disagio si fa intenso e gli ospedali registrano malori a catena. I pronto soccorso degli ospedali si sono attrezzati all’emergenza da giorni, aspettandosi un boom di accessi tra malati cronici e, soprattutto, tra gli anziani. È stata anche stilata un’anagrafe sanitaria dei soggetti da tenere sotto stretta sorveglianza.
A sorpresa, però, non c’è stato un assalto di over 75 nei nosocomi. Qualche anziano, ospite di case di riposo, è stato portato negli ospedali di Adria e Rovigo ma i malori più seri li hanno avuti i lavoratori: operai nei capannoni e stradini intenti a riparare le buche delle strade. È il caso di Padova dove sono state ricoverate tre persone. La prima, un operaio al lavoro in un’azienda dell’area industriale non dotata di aria condizionata (con i macchinari in funzione che riscaldano l’ambiente, sarebbe uno spreco energetico). L’uomo mostrava i sintomi di quello che i medici chiamano «esaurimento da calore», ossia malessere, nausea e svenimento. Stessa prognosi per lo stradino che stava, assunto da un’azienda privata, sistemando il manto stradale quando si è sentito male ed è stato portato all’ospedale.
Malesseri da caldo anche tra i veronesi, due giovani che stavano lavorando all’aperto sono arrivati al nosocomio di Borgo Trento, anche loro, per un «esaurimento» da calore. Altre tre persone sono state seguite all’ospedale di Borgo Roma (senza essere poi ricovera-
te) perché erano svenute e avevano il battito cardiaco rallentato. Un uomo, dopo una corsa in bicicletta (sconsigliatissima con questo caldo) si è presentato per un allarmante cardiopalma.
A Treviso una dipendente di una panetteria, dove probabilmente tra caldo meteorologico e quello tipico del suo posto di lavoro c’erano più di 45 gradi, è svenuta e un’anziana si è sentita male in un bar. Nel Rodigino, quattro anziani, già seguiti per altre patologie, sono stati ricoverati tra Adria e Rovigo. Ieri mattina, a Sant’Anna di Chioggia, una donna di 80 anni è stata trovata riversa in un fosso. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118 che hanno constatato il decesso e i carabinieri. Dalle prime verifiche, sembrerebbe che l’anziana abbia avuto un malore durante una passeggiata ma il caldo potrebbe essere al massimo una concausa. In ospedale a Trento si sono infine presentati i musicisti della European spirit of youth orchestra colpiti da un’intossicazione: avevano bevuto l’acqua da una fontana di Forno di Zoldo nel Bellunese, probabilmente contaminata.
Per fronteggiare l’emergenza, Regione, Usl e Comuni hanno rafforzato il «Piano del caldo». Chiunque si trovasse in difficoltà può chiamare il numero verde regionale, 800 462340. Sui siti web e nei canali social delle aziende ospedaliere sono pubblicate le sedi a cui rivolgersi e i telefoni da chiamare in caso di malessere. L’Usl 4 del Veneto orientale sta anche pubblicando su Facebook brevi video in cui i primari spiegano come attrezzarsi contro la caldana. Chi lavora all’aperto, ad esempio, è bene che si tenga uno «spruzzino», come quelli che si usano per innaffiare le piante, con acqua per tenersi costantemente bagnati contro i collassi. I Comuni di tutto il Veneto hanno organizzato centri climatizzati, sale anziani, emeroteche e biblioteche, case di riposo ma anche musei aperti per accogliere chi non ha l’aria condizionata». Gli elenchi degli spazi anti-caldana si trovano in internet, all’indirizzo web dell’amministrazione e sono anche stampati in brochure disponibili presso Urp, Usl e altri uffici pubblici. A Vicenza, ci sono 9 squadre extra di vigili del fuoco contro il rischio incendi.