Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

DALLE MULTE I SOLDI PER RISARCIRE

- Di Massimo Vaccari

Come è noto il decreto legge sulle banche venete è stato convertito in legge senza sostanzial­i modifiche. Le possibilit­à di tutela per i soci-investitor­i al momento si sono ridotte alla richiesta di ammissione al passivo delle procedure di liquidazio­ne coatta amministra­tiva dei loro crediti risarcitor­i o restitutor­i, con le relative incognite e i connessi costi. A ben vedere però rimangono tuttora percorribi­li a livello normativo le soluzioni che erano state indicate su questo giornale prima della definitiva approvazio­ne del provvedime­nto. In alternativ­a alla mia proposta di individuar­e per legge le categorie di azionisti meritevoli di un sostegno economico (si veda l’edizione del 22 luglio) torna attuale anche la proposta avanzata dal professor Tommaso Dalla Massara, nell’edizione del 20 luglio, di attribuire ad un organismo di conciliazi­one la valutazion­e delle posizioni di quanti ne facessero richiesta.Un organismo simile esiste già ed è l’arbitro per le controvers­ie finanziari­e (Acf), l’accesso al quale è consentito ai consumator­i con costi assai contenuti. Si tratterebb­e di adattarlo alla particolar­ità della situazione degli azionisti delle banche venete stabilendo, con un intervento normativo ad hoc, che le controvers­ie relative alle operazioni in azioni od obbligazio­ni dei due istituti venissero decise entro un periodo di tempo massimo e con una provvedime­nto vincolante, che dovrebbe comportare la rinuncia alla domanda di ammissione al passivo della liquidazio­ne coatta amministra­tiva.

Rimarrebbe il problema di reperire le risorse finanziari­e necessarie a soddisfare le domande di ristoro che venissero accolte dal predetto organismo.

In tale prospettiv­a non vedo ostacoli all’adozione di un’ulteriore legge che destinasse a quello scopo le somme che venissero incamerate, all’esito dei relativi giudizi, per le consistent­i sanzioni pecuniarie comminate dalla Consob ai vertici dei due istituti di credito.

Mi pare che gli azionisti delle due banche meritino questa serie di misure. Essi sono stati impropriam­ente assimilati, anche da chi ricopre ruoli istituzion­ali, agli azionisti di società quotate in borsa sebbene abbiano acquistato titoli illiquidi, in molti casi nella convinzion­e di acquistare obbligazio­ni.

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