Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Fiera delle Parole torna a Padova con Franceschini
Libri La manifestazione era stata «sfrattata» da Bitonci. La prima parte ospitata alle Terme Franceschini, Vecchioni, Daverio e Crepet fra gli ospiti
Fine dell’«esilio». La Fiera delle parole torna a Padova e raddoppia ai piedi dei Colli Euganei, dove aveva traslocato l’anno scorso in seguito al braccio di ferro tra l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci e l’organizzatrice Bruna Coscia: l’undicesima edizione del festival letterario partirà il 15 settembre dalle Terme di Abano e Montegrotto, dove resterà fino al primo ottobre per poi approdare all’ombra del Santo dal 3 all’8 ottobre.
La formula presentata ieri dal sindaco di centrosinistra Sergio Giordani e dall’assessore alla cultura Andrea Colasio è una sorta di compromesso tra l’ultima edizione termale, durata quasi un mese nello stesso periodo dell’anno, e quelle padovane degli anni passati, che di solito si svolgevano a inizio ottobre nell’arco di una settimana: il risultato è che la nuova versione della kermesse farà tappa in due location e durerà tre settimane, due in più rispetto a qualche anno fa.
A interrompere la consuetudine dell’evento ospitato a Padova era stato Bitonci, secondo cui la Fiera delle parole era troppo «sbilanciata» a sinistra: nel 2016, d’intesa con l’ex assessore alla cultura Matteo Cavatton, l’ex sindaco aveva deciso di organizzare un nuovo festival letterario più in sintonia con i desideri della sua giunta, costringendo di fatto Bruna Coscia a fare armi e bagagli tra le polemiche.
L’anno scorso dunque erano andati in scena due eventi: da una parte, tra Abano e Montegrotto, la prima Fiera delle parole nello scenario termale; dall’altra, a Padova, il nuovo festival Babele a Nordest, voluto da Bitonci e affidato a Vittorio Sgarbi. Per rimpiazzare l’evento contestato dall’ex sindaco, il critico d’arte ferrarese aveva ideato una rassegna basata sulla pluralità di voci, organizzando una serie di dibattiti tra autori con visioni diametralmente opposte: il tema caldo era quello del rapporto con l’Islam, che oltre a scrittori e giornalisti ha visto tra i protagonisti anche sacerdoti, imam e monaci buddisti (tra gli invitati inizialmente c’era anche l’ex esponente di Autonomia operaia Toni Negri, ma Bitonci aveva posto il veto sulla sua presenza).
Nonostante l’esilio, la Fiera delle parole ha richiamato una buona presenza di pubblico anche alle Terme; Babele invece è stato un mezzo flop, ammesso in parte dallo stesso Sgarbi di fronte alle tante sale semivuote che hanno accolto la maggior parte degli autori. Bitonci aveva annunciato l’intenzione di proseguire con Babele, ma lo scorso novembre la caduta dell’ex sindaco ha rimesso tutto in discussione. Sergio Giordani, lo sfidante appoggiato dal Pd, aveva inserito il rientro della Fiera della parole a Padova tra le priorità del suo programma elettorale. Dopo la vittoria alle urne, il nuovo sindaco aveva subito incontrato Bruna Coscia, confermando la promessa. E ieri l’assessore Colasio ha illustrato le novità dell’edizione 2017, per cui c’è un preventivo di 120 mila euro finanziato in parte dagli sponsor: «La prima parte del festival – spiega Colasio – toccherà le piazze e gli hotel delle Terme, rivolgendosi a un target sia di turisti che di residenti. Il 3 ottobre ci sarà il passaggio di consegne dalle Terme a Padova e vogliamo collaborare con altri eventi previsti in quel perio- do, come il festival Detour sul cinema di viaggio. Oltre ai luoghi classici come Palazzo della Ragione e centro San Gaetano, la Fiera delle parole coinvolgerà librerie, locali e luoghi non convenzionali, con un occhio di riguardo alle periferie e alla cintura urbana».
In attesa del programma, trapelano i primi nomi: la Fiera delle parole ospiterà il ministro Dario Franceschini (protagonista di un incontro con Roberto Vecchioni), Philippe Daverio, Massimo Recalcati, Michela Murgia, Aldo Cazzullo, Dacia Maraini, Corrado Formigli, Marcello Fois, Matteo Strukul, Massimo Carlotto, Paolo Crepet e Giulio Mozzi. E Babele? Giordani lascia la porta aperta: «Sgarbi mi sta simpatico, se vuole venire per me non c’è problema. Io non faccio distinzioni tra destra e sinistra, a me interessano i fatti. Sulla Fiera delle parole avevo preso un impegno preciso e ora vogliamo riportare 70 mila presenze in città».