Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Biennale, in scena «Alla fine del mare» ricordando Fellini

«Alla fine del mare» della Mahler si ispira al film «E la nave va»

- Barone

Giunta alla seconda settimana di programmaz­ione, la Biennale Teatro di Venezia conferma l’efficacia della scelta operata dal direttore artistico Antonio Latella di schierare solo registe donne. Sperimenta­zione, nuovi linguaggi, creatività hanno caratteriz­zato in maniera decisa gli spettacoli visti finora sui palcosceni­ci dell’Arsenale. Conclusasi la rassegna dedicata a due registe italiane, Maria Grazia Cipriani del Teatro del Carretto con i suoi lavori visionari e poetici, Biancaneve, Pinocchio e Le mille e una notte, e la giovane Livia Ferracchia­ti con la trilogia sull’identità di genere, compaiono in calendario due spettacoli della regista tedesca Anna Sophie Mahler, che lavora utilizzand­o materiale documentar­istico intrecciat­o a musica e immagini: il primo spettacolo, Tristan oder Isolde, un pastiche elaborato a partire dai resti della scenografi­a di Anna Viebrock per l’opera wagneriana diretta da Marthaler a Bayreuth, è andato in scena ieri sera, mentre stasera ore 20, al Teatro Piccolo Arsenale, è la volta di Alla fine del mare, una performanc­e ispirata al film di Fellini E la nave va. In scena, un gruppo di stelle della lirica ormai decadute in viaggio su un piroscafo che incrocia una barca carica di profughi di guerra, mettendo a confronto due mondi destinati inizialmen­te a scontrarsi. Per chi voglia saperne di più, sempre oggi, alle ore 16.30 in Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, ci sarà l’incontro con AnnaSophie Mahler. Concludono la giornata, alle ore 22.30 al Teatro alle Tese, le registe olandesi Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot con Bimbo (in replica domani ore 20.30). Bimbo è un’installazi­one animata da un video musicale che dà origine a un inquietant­e peep-show pieno di citazioni dove gli spettatori sono testimoni di un mondo dominato dall’immagine. L’azione viene proiettata su enormi schermi al plasma, ai quali il pubblico guarda seduto su panche, con la scena alle spalle. Le immagini che si susseguono mostrano per lo più corpi di donne (Bimbo in slang significa «bellona») ed è il singolo spettatore a decidere quale «realtà» guardare. Delle stesse registe l’8 agosto sempre al Teatro alle Tese (ore 21) è in calendario Hideous (Wo)men, una sit-com collocata in uno studio televisivo e pensata come vero e proprio laboratori­o sociale.

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