Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Se risultasse colpevole va punita con severità»
VERONA Il Collegio Ipasvi (infermieri professionali) di Verona fa sapere di essere pronto ad assumere le misure del caso e di sua competenza, non appena i fatti saranno accertati nelle singole responsabilità. Misure che vanno dalla sospensione alla eventuale radiazione dall’albo dell’infermiera. Un’azione - fanno sapere - «basata sulle verifiche e sostanziata con i provvedimenti necessari e con la massima severità per la tutela della professione e degli assistiti». Il presidente Franco Vallicella fa sapere che «Gli infermieri sono sconcertati della vicenda e dei suoi risvolti e i reati ipotizzati non fanno parte né della loro cultura né della loro professionalità». (b.c.) cere» a «meriti la tortura», sono piovuti anche sulla sua pagina Facebook.
Rimane il punto della diagnosi salvavita che l’infermiera mise in pratica e attraverso la quale riuscì a salvare il bambino. In quei minuti concitati, in cui l’equipe medica non riusciva a trovare una soluzione al blocco cardio respiratorio, fu lei a suggerire il Naloxone, un farmaco inibitore degli oppiacei. Una diagnosi troppo precisa e, proprio per questo, sospetta. Da lì è partita l’indagine interna che poi è sfociata in quella della Procura.
Ma Vecchini ha tentato di chiarire anche questo particolare. «La sua diagnosi - riferisce il legale - è il frutto della sua precedente esperienza nel reparto di psichiatria. Lì avrebbe imparato a riconoscere i sintomi dell’intossicazione da oppiacei, esattamente gli stessi sintomi che aveva notato il bambino. Vorrei ricordare che adesso è in carcere per aver salvato un neonato».
In realtà, Vecchini si trova in carcere con le pesanti accuse di lesioni gravi e cessione di sostanze stupefacenti. Anche se il suo legale racconta che, nel corso dell’indagine interna, all’infermiera fu suggerito (mistero da parte di chi) di assumersi responsabilità colpose sulla vicenda. In pratica, le sarebbe stato chiesto di ammettere di aver commesso un errore. Tutte dichiarazioni al vaglio del giudice Magri che, nei prossimi giorni, dovrà decidere anche se concedere alla donna gli arresti domiciliari.