Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Venti amici e una raccolta di fondi: in Pediatria la macchina anti-fibrosi
Dono da 35 mila euro al reparto. «Servirà per la diagnosi precoce»
TREVISO Tutto è nato da una cena di classe, delle scuole medie. Mirco Ros, direttore del servizio di supporto per la fibrosi cistica di Treviso, incontra alcune compagne e racconta loro di come i bambini muoiano per una malattia genetica che, se scoperta in tempo, potrebbe essere almeno rallentata. «Il macchinario costa 35 mila euro, ma in ospedale non ce l’abbiamo», spiega il medico. Era febbraio. È nato così «Obiettivo 35», un gruppo di una ventina di persone che in pochi mesi tra karaoke e concerti è riuscito a raccogliere la somma necessaria.
Il macchinario si chiama Exhalizer-D e consente la diagnosi precoce e precisa nonché il minuzioso monitoraggio clinico delle patologie a carico delle vie respiratorie nei pazienti. «Una grande emozione, ora vorremmo proseguire e formalizzarci in associazione», dice la loro portavoce, Orietta Miotto, orgogliosa di combattere contro una malattia che altera le secrezioni di molti organi e tra questi quelli che riportano maggiori compromissioni sono i bronchi e i polmoni.
Una persona su 25 è portatore sano e si considera che oggi, in Veneto, i malati siano circa 400 su 5.000 in tutta Italia. A Treviso, attualmente, i pazienti in carico sono 170, a cui si aggiungono 80 altri con patologie respiratorie croniche, patologie neurologiche e muscolari. «La ricerca e la cura hanno fatto passi da gigante: di fibrosi cistica si è affetti dalla nascita – sottolinea Ros – ma i pazienti hanno visto raddoppiare le aspettative di vita. Crescono, studiano, si laureano, mettono anche su famiglia; tutte cose impensabili appena vent’anni fa. Oggi la diagnosi è precoce, può essere fatta già a venti giorni di vita».
Una novità importante per un ospedale che in questi giorni sta vivendo momenti decisivi per la nuova Cittadella. «Lunedì prossimo procederemo con la rimozione dei venti ordigni bellici trovati sotto terra», spiega il direttore generale Francesco Benazzi. «Entro il primo di settembre invece inizieremo a spianare la piazzola per il Suem. Seguirà poi l’approvazione della Giunta regionale del progetto esecutivo e per inizio 2018 apriremo i cantieri». Lavori che dal punto di vista finanziario saranno sostenuti anche da Intesa Sanpaolo, che con Banca Prossima e Banca Imi ha partecipato all’operazione per un importo pari a 24 milioni di euro – 18 milioni Intesa Sanpaolo, 6,15 milioni Banca Prossima – che corrisponde al 29% dell’intero ammontare del finanziamento concesso a Ospedal Grando Spa.