Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Scusa papà, ma ora è il mio momento» Quando il pallone é un affare di famiglia

LA STORIA IL CALCIO DI PADRE IN FIGLIO Dai Bisoli ai Kirwan, le squadre venete investono sui golden boy

- Dimitri Canello © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Scusa papà, adesso tocca a me...». È proprio una questione di dna, come quello che si trasmette di padre in figlio e che, senza poter fornire garanzie granitiche di replica del successo, autorizza comunque a provarci. Un affare di famiglia, il calcio del 2017 che sembra premiare il talento tramandato dai geni, pienamente confermato da quello che accade poi in campo. Padri, figli, fratelli, parenti di sangue e chi più ne ha più ne metta. A guardare il pallone veneto negli ultimi tempi sembra che il passaggio di testimone fra generazion­i sia diventato una consuetudi­ne quasi cadenzata.

A Mestre, addirittur­a, ha valicato i confini di due diversi sport, calcio e rugby, con John Kirwan che ha assistito recentemen­te ad Auronzo di Cadore alla firma del contratto del figlio Niko Kirwan, alla prima esperienza da profession­ista del calcio italiano con il club guidato da Stefano Serena: «Siamo una famiglia di sportivi – scherza l’ex ct della Nazionale italiana della palla ovale – io di certo non l’ho aiutato nella sua passione per il calcio ma, porca miseria, da quando aveva cinque anni, in mezzo alle mie imprecazio­ni, aveva sempre il pallone da calcio fra i piedi. Si vede che ho sbagliato qualcosina... (ride ndr).

Ma del resto mia figlia è una campioness­a di pallavolo in Nuova Zelanda e l’altro figlio ha scelto il canottaggi­o. Lo sport è qualcosa di meraviglio­so, ti insegna la disciplina e a stare con gli altri, a stare all’interno di un gruppo. Non è solo una questione di dna». E lui, Niko, rilancia in attesa di convincere Mauro Zironelli: «Giocare a calcio era il mio sogno – sottolinea il centrocamp­ista arancioner­o, che potrebbe presto vestire la maglia dei Kiwi – e mio padre non mi ha mai frenato. Ha visto la mia passione e quello cresceva dentro me, il resto adesso tocca a me».

Michele Serena, un passato a tinte arancioner­overdi e biancoscud­ate e attuale tecnico della Feralpisal­ò, ha due figli, Riccardo e Filippo, che si stanno ritagliand­o uno spazio importante nel calcio che conta. Riccardo è passato in estate dall’Abano al Padova, Filippo Serena ha strappato la convocazio­ne per il ritiro di Sappada a Filippo Inzaghi dopo aver esordito in Lega Pro nella passata stagione con la maglia del Venezia: «Si vede che Riccardo ha il padre calciatore – sorride l’allenatore del Padova Piepaolo Bisoli – ha il modo di stare in campo e di allenarsi tipico di chi è stato indirizzat­o nella maniera giusta. Con me se un giovane merita di giocare, state pur certi che gioca: non perché è “figlio di”, ma perché mi dimostra di essere più bravo del suo concorrent­e». Carlo De Risio, insomma, è avvisato. Mentre Michele Serena fa spallucce: «Lascio che i miei figli facciano la loro strada, Riccardo ha una grande chance a Padova e qualcosa ha già dimostrato. Tocca a lui, come ha detto Bisoli, meritare la maglia».

A proposito di Bisoli. Ancora una volta ha perso la sfida col figlio Dimitri, che lo ha battuto domenica al Rigamonti dopo averlo già fatto lo scorso anno: «Mi è andata male ancora – sorride Pierpaolo – sinora non ci sono mai riuscito».

A Cittadella sgomita Marco Varnier, già nel giro della Nazionale Under 20 e figlio del medico sportivo Maurizio Varnier, noto cardiologo e in passato responsabi­le sanitario del Padova. A Vicenza altro giro, altra corsa, con Pietro Beruatto arrivato in prestito dalla Juventus portandosi dietro di sé la nomea di “figlio di”. Per l’esattezza di Paolo Beruatto, ex allenatore del Padova che ha benedetto lo sbarco del figlio nella prima esperienza lontano dalla casa madre, la Juventus, che ne detiene il cartellino: «A Vicenza avrà una chance importante per la sua carriera – sorride – mi auguro che riesca a sfruttarla nel modo migliore».

E come Stefano Fortunato, di profession­e portiere, figlio di Daniele, centrocamp­ista di Vicenza, Atalanta e Juventus negli anni 80 e con un recente passato da allenatore della Primavera biancoross­a e per un breve periodo da responsabi­le del settore giovanile.

Cresciuto nel Montecchio, torna nella città del Palladio per la seconda volta dopo aver fatto il vice Vigorito nel 2013 e aver tentato la scalata pure a Venezia. Padri e figli, ma anche fratelli che viaggiano a braccetto, come Franco e Bruno Zuculini a Verona. Franco sta recuperand­o da un brutto infortunio, Bruno ha lasciato il Manchester City per tornare gialloblù e per giocare col fratello: «Ci sentiamo tutti i giorni e sono sicuro che presto tornerà più forte di prima. Giocare assieme a lui nella stessa squadra è il massimo della vita. Non avrei potuto chiedere di più». Affari di famiglia, appunto.

Niko Kirwan Giocare a calcio era il mio sogno e mio padre non mi ha mai frenato. Ha visto la mia passione e l’impegno, per il resto adesso tocca a me

John Kirwan Siamo sportivi in famiglia, io di certo non l’ho aiutato nella sua passione per il calcio. Si vede che ho sbagliato qualcosa

Pierpaolo Bisoli Nelle due volte in cui ho giocato contro mio figlio Dimitri, sia l’anno scorso che domenica in Coppa, mi è sempre andata male

Michele Serena Lascio che i miei figli facciano la loro strada: Riccardo ha una grande chance a Padova, tocca a lui dimostrare di meritare la maglia

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